Il
diritto all’insegnante di sostegno viene riconosciuto a tutti quei bambini che sono affetti da una patologia che comporta un handicap fisico o psichico. Esiste una legge specifica (Legge n.104 del 1992), che si occupa delle disabilità e dei sostegni che lo Stato riconosce alle persone diversamente abili: sostegni che spaziano dall’assistenza medica alle detrazioni fiscali, per giungere al riconoscimento del diritto all’insegnante di sostegno. La persona diversamente abile è colei che è affetta da
una minorazione fisica, psichica o sensoriale, sia stabile che progressiva; la patologia deve essere causa di una oggettiva difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione.
La disabilità in questo caso deve essere certificata da una commissione medica, da un operatore sociale e da un esperto.
Dalla certificazione medica è quindi possibile stabilire il numero di ore da attribuire per l’insegnante di sostegno.
Particolare situazione riguarda invece i bambini affetti da DSA, ossia da un
disturbo specifico di apprendimento. Per DSA si intende una particolare situazione in cui la persona, pur non avendo una disabilità intellettiva, presenta una difficoltà nell’assimilazione delle nozioni impartite a scuola. Ad esempio chi è affetto da DSA può avere qualche problema nell’imparare la matematica (discalculia), nel leggere dei testi (dislessia) oppure nello scrivere (disgrafia e disortografia) senza per ciò includere alcun tipo di handicap.
In molti si domandano se chi è affetto da DSA abbia diritto o meno all’insegnante di sostegno: la risposta è NO, poiché i disturbi di apprendimento non rientrano nel novero delle disabilità stabilite dalla legge.
I disturbi in questione si manifestano con delle difficoltà in specifici settori della didattica, ma lo studente non presenta degli handicap a livello intellettivo o fisico tali da procurargli uno svantaggio sociale o emarginazione.
L’articolo di Legge, n. 170 del 2010, riconosce delle misure alternative per far fronte a questi disturbi, individuando degli strumenti didattici e delle misure dispensative per chi è affetto da DSA.
Ad esempio:
- lo studente discalculico può adoperare la calcolatrice durante le verifiche in classe,
- il bambino dislessico viene aiutato con delle esercitazioni nell’affrontare le proprie difficoltà.
I Disturbi Specifici dell’Apprendimento sono, come detto, regolamentati dalla Legge n. 170 del 2010.
Legge che garantisce misure “compensative” e “dispensative” che gli insegnanti di classe devono fornire per la personalizzazione del piano di studi.
Pertanto gli alunni con DSA
sono tenuti a seguire le lezioni insieme ai loro compagni di classe e forniti di misure e strumenti compensativi.
Ma cosa sono gli
strumenti compensativi?
Sono strumenti didattici e tecnologici volti a facilitare l’esecuzione di attività che richiedono specifiche abilità o competenze, che risultano difficili per l’alunno.
- Sintesi vocale dell’insegnante (per dislessia);
- Video e/o registrazioni (per apprendere in forma agevolata e sintetica);
- Programmi di videoscrittura con correttore ortografico (per disgrafia e disortografia);
- Calcolatrice (per discalculia);
- Tabelle, formulari, mappe concettuali (per facilitare comprensione ed esposizione)
E cosa sono le
misure dispensative?
Le misure dispensative sono interventi che consentono all’alunno di evitare alcune prestazioni che risultano particolarmente difficoltose a causa del disturbo e si mostrano quindi inutili per il suo apprendimento:
- evitare lettura a voce alta in classe;
- evitare lettura di brani la cui lunghezza non sia compatibile con il suo livello di abilità;
- proporre verifiche e valutazioni personalizzate, di minor durata.
Recenti indagini del MIUR hanno presentato un report sugli alunni con Disturbi Specifici dell’Apprendimento: nel 2019 risultano essere circa 476.000 il 4% del totale della popolazione scolastica nella scuola dell’obbligo!!!
Negli ultimi tre anni le certificazioni di dislessia sono aumentate del 48%, quelle della disgrafia del 90%
Nelle scuole italiane, quasi 4 alunni su 100 presentano un Disturbo Specifico dell’Apprendimento.
L’ordine di scuola con la percentuale più elevata di studenti con DSA è la secondaria di I° grado.
Spiega il MIUR (Ministero Italiano Università e Ricerca):
«
La notevole crescita delle certificazioni di DSA è conseguenza diretta della legge 170 del 2010, con la quale la scuola ha assunto un ruolo di maggiore responsabilità nei confronti degli alunni con disturbo specifico dell’apprendimento. Il processo di formazione dei docenti e le crescenti competenze didattiche hanno determinato una più consapevole e una sempre maggiore individuazione dei casi di sospetti di DSA… determinando così l’incremento del numero delle certificazioni per le varie tipologie di disturbo».
Giusto, ma val la pena chiedersi:
Le difficoltà di apprendimento e i disturbi specifici dell’apprendimento sono la stessa cosa?
DIFFICOLTÀ: le difficoltà di apprendimento sono tutte le difficoltà non specifiche negli apprendimenti strumentali (lettura, scrittura e calcolo).
Molti degli errori commessi dai bambini con DSA sono comuni anche ad altri bambini che, tuttavia, non hanno un DSA. Quello che cambia sono i fattori che li determinano, tra cui i più comuni sono:
- ambiente socioculturale svantaggiato
- scarsa qualità dell’insegnamento scolastico
- clima famigliare non sereno
- fattori emotivo-motivazionali del bambino
La difficoltà di apprendimento è, dunque, una condizione non patologica e non innata, modificabile con adeguati interventi mirati.
DISTURBO: la parola disturbo sta a significare che il deficit ha un’origine neurobiologica alla base del diverso funzionamento cognitivo e del diverso modo di apprendere. Non è dovuto a fattori ambientali come la mancata/scarsa istruzione, difficoltà emotive o problemi a livello ambientale o familiare.
Il fatto che il disturbo sia innato determina una prestazione resistente al cambiamento: i bambini con DSA, diversamente da quelli con semplice difficoltà di apprendimento, anche se trattati in modo individualizzato, tendono ad avere prestazioni al di sotto di quanto previsto per classe e per età.
Perché è importante distinguere la Difficoltà dal Disturbo?
È importantissimo distinguere perché, come abbiamo visto, sono due condizioni distinte che necessitano di attenzioni e trattamenti diversi.
È compito dello
psicologo specializzato compiere un’adeguata valutazione diagnostica, per capire se si tratti:
- di un disturbo vero e proprio;
- o di una semplice (ma non sottovalutabile) difficoltà di apprendimento.
Insomma, il MIUR, ma soprattutto gli insegnanti, vogliono capire se questo aumento esponenziale dei DSA nel nostro Paese sia dovuto ad una più attenta analisi dei bisogni formativi dell’alunno, a un imprevisto disagio culturale, a più disturbi associati, purché non diventi, come in alcuni singoli e isolati casi, strumento e misura dispensativa dell’impegno scolastico…
(C.G.)
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