di Tobia Michele Capasso (classe 4^B) – Quattro allievi del Liceo Scientifico “E. Majorana” di Sessa Aurunca (CE), Maria Carolina Ceci, Stefania Iossa, Tobia Michele Capasso di 4^B e Andrea Condanna di 4^C, hanno partecipato a un avvenimento davvero interessante, l’Hackathon, nelle giornate del 25-26-27 Ottobre 2018, che si è tenuto a San Leucio (CE). Il termine in questione è un acronimo, ovvero l’insieme di due parole, che sono davvero fondamentali per capirne il senso: la parola hacking, con la quale si intende un modo intelligente e rapido di trovare una soluzione ad un dato problema, e la parola marathon (maratona), poiché per terminare il progetto assegnato, senza andare oltre la data di consegna, non è stato permesso attimo di riposo. Un hackathon non è semplicemente un evento, ma ci piace pensarlo, in base alla nostra esperienza, come una vera e propria maratona intellettuale, una specie di tour de force della concentrazione in cui si deve sviluppare un progetto dalla A alla Z insieme ad un team composto da developers, makers e designers. Tali progetti, svolti in tutta Italia, hanno sempre uno scopo peculiare rispetto a quelli precedenti; in questo caso ogni squadra ha dovuto risolvere un problema riguardante le difficoltà delle classi sociali più svantaggiate, nello specifico, in provincia di Caserta. I quesiti in esame sono risultati alquanto attuali, poiché hanno spaziato da bambini con disabilità, non integrati, fino ai più comuni pensionati, quasi al margine della società. I ragazzi sono stati inseriti in gruppi di lavoro, formati da alunni delle scuole superiori, frequentanti il IV anno e provenienti da molte scuole superiori della provincia di Caserta. Il mio gruppo ha dovuto affrontare i problemi delle persone che, in giovane età, non hanno avuto la possibilità di studiare; per far fronte a questo problema, abbiamo ideato un sito web capace di mettere in contatto eventuali aziende in cerca di personale e utenti certificati dal sito stesso. Ogni équipe ha avuto un lasso di tempo di circa 60 ore per trovare una soluzione da proporre per arginare queste tematiche di disagio sociale. I punti cardine che ci hanno permesso di sviluppare i nostri progetti sono stati: lo spirito di collaborazione, le capacità di analisi, nonché la lungimiranza, essenziale per una pratica realizzazione dell’idea. Grazie a questa esperienza, abbiamo imparato a lavorare in un team, come da cooperative learning, a concretizzare le nostre intenzioni, ma soprattutto a esporle in modo chiaro e conciso. Ne è derivata una consapevolezza maggiore relativa ai problemi socio-economici dei nostri giorni. Cosa se ne deduce? Nulla potrà mai essere cambiato se non saremo noi i primi a darci da fare, a metterci in gioco!