di Sara Ferraro Esposito
La Corea del Sud vuole vietare la carne di cane per il consumo umano. Ignorando le tradizioni, il parlamento coreano ha votato a favore del progetto di legge per bloccare allevamenti e macellazioni, voluto dal presidente Yoon Suk Yeol. Il divieto entrerà in vigore nel corso di 3 anni, per dare il tempo alle aziende agricole di adattarsi alla nuova normativa. Anche i cani, come molti altri animali, nel corso della storia sono diventati parte della dieta di numerose società umane in tutto il mondo (assente solo nelle culture ebraica e islamica siccome proibita dalle leggi alimentari contenute nella Kasherut). Nelle società occidentali (compresa l’Italia), non esiste un divieto di natura sacra e il consumo di carne di gatto e di cane viene generalmente ritenuto offensivo per via dal rapporto familiare instaurato con questi animali. Tuttavia questi vengono mangiati anche in alcuni paesi europei e del Nord America. Il più grande paese occidentale a non vietare né l’allevamento, né la macellazione, né il consumo di carne di cane, è il Canada ma è perfettamente legale anche in Nigeria, Indonesia, India e Cina. In Russia invece non vi sono divieti a tal proposito, mentre il Australia, Austria, Francia, Germania, e Regno unito sono vietate la vendita e la macellazione ma non il consumo. È la Cina però a detenere il primato di paese con il maggiore consumo di carne di cane: fra i 10 e i 20 milioni all’anno, prediletta durante i mesi più freddi poiché si pensa aiuti a riequilibrare il calore corporeo (in Corea, al contrario, la si mangia nei mesi più caldi). Nel 2020 il ministero dell’Agricoltura cinese aveva proposto una bozza di legge per vietare il consumo di carne di cane, citando il «progresso della civiltà umana», le preoccupazioni per il benessere degli animali e quelle per la possibilità di trasmissione di malattie, specialmente attraverso i “wet market”, mercati alimentari dove spesso si vendono animali selvatici ancora vivi e in condizioni igieniche precarie. Inoltre molti degli animali uccisi non sono allevati appositamente per consumo di carne, ma sono animali domestici rapiti; fino al 2014 molti dei cani venivano importati illegalmente dalla Thailandia, prima che una legge thailandese ne vietasse il commercio. Successivamente il ministero Cinese decise di rimuovere i cani dalla lista del bestiame da allevamento, riferendosi a loro come ad «animali da compagnia speciali». Il secondo paese al mondo in cui vengono uccisi più cani per il consumo umano è il Vietnam, molti vietnamiti infatti, non vedono alcuna differenza fra mangiare carne di cani o di altri animali come polli o maiali (mangiata soprattutto nella seconda metà di ciascun mese lunare). Ciononostante anche qui questo tipo di carne viene mangiata sempre meno. Fra gli aspetti più criticati del consumo di carne di cane ci sono però i metodi utilizzati per l’uccisione di cotali animali poiché particolarmente dolorosi: questi verrebbero infatti bruciati o bolliti ancora vivi, con scariche elettriche o più frequentemente uccisi a bastonate. Per l’errata convinzione che l’aumento di adrenalina provocato nel sangue dell’animale renda la sua carne più tenera e saporita. In conclusione a persistere è la speranza che la diffusione di tali notizie possa conferire maggiore consapevolezza riguardo il consumo di questo tipo di carne, con il fine di farla scomparire da tutte le tavole del mondo.