La gentilezza, la cortesia, la mitezza e la discrezione sono pregi indispensabili per il saper vivere civile e sono doti molto importanti e di gran valore che caratterizzano una persona. Secondo Goethe, uno scrittore tedesco, “la gentilezza è la catena forte che tiene uniti gli uomini”. Questa frase dovrebbe far riflettere molto perché, dato il periodo che stiamo vivendo, fomentato da odio e razzismo, mettere in pratica gentilezza farebbe bene a tutta l’umanità. Piccoli gesti quotidiani, ispirati dalle buone maniere, rafforzano i legami e cacciano via la rabbia. Presentarsi in modo cortese, far sorridere chi si ha di fronte, ringraziare qualcuno che fa qualcosa per noi e mostrargli la nostra gratitudine, donare il nostro tempo al prossimo, collaborare in casa, sono atti di gentilezza che illuminano la giornata di ognuno di noi. La gentilezza migliora l’umore, fa crescere l’empatia e l’autostima e, secondo alcuni studi scientifici, chi è gentile ha addirittura una salute migliore di chi non lo è. Essere gentili è anche un modo per mostrarsi gentili verso gli altri. Chi è positivo e vede sempre “il bicchiere mezzo pieno” è perciò molto ottimista e ciò aiuta ad avere relazioni interpersonali migliori e a “percepire” meno stress. Fanno parte del galateo anche “grazie-prego-per favore-scusa” e tante altre forme di cortesia. Queste dovrebbero essere usate quando ci si rivolge a qualcuno, che sia la persona più ricca del mondo o che sia la più povera, perché ad oggi non esiste la divisione in caste o non dovrebbe esistere. Usando queste “parole magiche” si passerà come persone educate, infatti sono la base di essa e sono le prime insegnate ai bambini. Io cerco sempre di aiutare il prossimo e di farlo sorridere nei momenti di difficoltà, perché praticare atti di gentilezza riempie il cuore di chi li riceve, ma anche di chi li compie, senza aspettarmi nulla in cambio, perché la bontà migliora me stesso. Secondo alcuni, però, alzando la voce e comportandosi da prepotenti, si ottengono le cose più facilmente e, purtroppo, le brave persone sono considerate “deboli”. Questo è completamente sbagliato, anzi chi cerca di dimostrarsi forte, facendo il duro davanti agli altri, è un vigliacco che ha bisogno di un giudizio per sentirsi “figo” o popolare. Chi è arrogante e scorbutico, spesso ha falsi amici che lo “seguono” solo per essere sue vittime e, talvolta, si espone all’antipatia e all’odio degli altri ragazzi. Collaborare insieme per un unico obiettivo, è meglio che imporlo con cattiveria e, soprattutto, insieme lo si raggiunge prima e divertendosi. Cercare di primeggiare, insultando e sminuendo gli altri, alla lunga, può risultare fastidioso e, quindi, causare una risposta.
Per tutti questi motivi, resto e resterò sempre della mia idea: bisogna essere gentili, anche con chi non lo merita, perché non costa nulla e perché la gentilezza va usata come “antibiotico”, per curare il male e il rancore che sempre di più stanno “prendendo piede” in questa società.
Alessandro Cellamaro
Classe 2^A
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