Il 26 febbraio 2023 è stato un giorno molto doloroso e pieno di tristezza. Il naufragio di Cutro ha portato con sé oltre novanta vite, tra queste alcuni bambini e adolescenti. Pensare che molte persone, come unica e sola possibilità di avere una vita migliore è aggrapparsi ad una barca per avere l’occasione di prendere una nuova strada, migliore della precedente, fa veramente gelare il sangue, perché fa capire quanto il mondo sia un posto da dove si nasce, ma da dove si muore per ragioni stupide, come questo naufragio ma come molti altri, o come le guerre, lotte inutili tra persone, persone uguali l’una alle altre. Sono tutti motivi non giustificabili perché, se succede questo, è tutta colpo dell’uomo e dalla sua presunzione: le guerre non nascono a caso, nascono perché l’uomo deve ottenere qualcosa o perché vuole sottrarre qualcosa a qualcuno, ma è sempre colpa dell’uomo;
i diversi naufragi, sì, possono essere cause naturali magari a causa del brutto tempo e avvengono questi incidenti, ma perché quelle persone sono su dei barconi? All’origine di tutto c’è sempre l’uomo, perché queste persone scappano dalle guerre, causate dall’uomo. La gente scappa dal loro fratello, perché è costretta, è con le mani legate, perché tra fratelli l’amore reciproco è alla base di tutto, senza quello non si va da nessuna parte, infatti non siamo da nessuna parte noi. La guerra regna sovrana e per la colpa di queste ci sono un sacco di conseguenze, solo negative.
Quindi alla base di tutto c’è l’uomo e la sua arroganza, incapacità… Ci sono tantissimi termini per descrivere il carattere dell’uomo, ma secondo me non sono mai abbastanza. In ogni caso questi naufragi non vanno bene e sempre il mondo rimane a bocca aperta, ma non fa nulla per migliorare le condizioni di queste persone. Molti genitori hanno rinunciato alla propria vita per imbarcare i propri figli e secondo me hanno avuto un coraggio enorme perché hanno comunque provato, hanno tentato di dare una vita migliore ai propri bambini. Molti ritengono questo atto un’errore, perché la vedono come un abbandono, io non la vedo così. Mi fa rabbrividire pensare che in alcuni paesi le persone sono costrette a scappare. In questo tragico episodio, il barcone con circa 180 immigrati, che stavano scappando dai paesi Afghanistan, Siria, Iran e Turchia, hanno incontrato un enorme ostacolo, e molti purtroppo sono caduti alla vista di questo. Sono vicina alle vittime di questo naufragio e a tutti coloro che in questo hanno perso dei parenti. Non dovrebbero più succedere queste cose ancora oggi, ma si sa, l’uomo non è mai stanco di ripetere gli stessi errori…
Elisa Cambria