Di Elena Carbutti – Redazione
Chi non ha sentito, in questi giorni, nominare almeno una volta i “Me contro Te”? I video di questi ragazzi hanno, infatti, riscosso, nel giro di pochi anni, un incredibile successo, che li ha portati sul grande schermo più di una volta. Loro sono due normali ragazzi siciliani, Sofia Scalia, detta Sofì, e Luigi Calagni, con il nome d’arte di Luì, che, il 4 ottobre 2014, a un anno dal loro fidanzamento, hanno girato il loro primo video, quasi per gioco, di sicuro non immaginando il successo che li aspettava. Dopo, tuttavia, ne hanno girati moltissimi altri. Questi video, infatti, sono stati considerati, da molti genitori, adatti, e addirittura istruttivi, per i bambini. Il loro modo di fare spontaneo e divertente, il linguaggio semplice e senza parolacce e allusioni hanno conquistato molti e, ben presto, i video sono stati affiancati da magliette, berretti, accessori, libri, fino ai film che hanno mandato in giubilo l’immenso fan club. Io, in realtà, forse perché sono ormai oltre la fascia d’età a cui sono destinati o per una questione di gusti, non sono riuscita a cogliere la bellezza, l’originalità o gli insegnamenti per cui i video vengono molto elogiati, non sono riuscita a cogliervi la particolarità, la suspense, le battute, il senso che, invece, contraddistinguono i film. La loro vita è del tutto uguale a quella di ogni altro essere umano, eppure alcune persone gli considerano idoli. Hanno come più grande aspirazione assomigliare a loro. “Perché?” vorrei chiedergli “In che modo sono migliori di te?”. Oggi, purtroppo, la tecnologia, strumento indispensabile per la vita, contribuisce alla creazione di migliaia di idoli e all’isolamento dal resto del mondo. Inoltre, la televisione, Internet, la radio ci danno dei modelli di perfezione, ci convincono che se non sei bionda o magra non hai possibilità di fare carriera, di piacere… ci mostrano un’idea di bellezza totalmente insensata, oppure che l’umorismo è indispensabile per essere apprezzato. Cosa mai penserà un bambino vedendo i “Me contro Te”, osservando che lo sbagliare è divertente, che facendo battute si è molto più ascoltati che essendo se stessi? Che idea mai si farà di ciò che è giusto e di ciò che non lo è? Non voglio condannare i “Me contro Te”, perché si vede che amano i bambini e che vogliono solo piacere loro, farli sorridere. Tuttavia, penso che dovrebbero sfruttare le loro potenzialità per dare ai bambini veri insegnamenti, che rimangano nel loro cuore, che li spingano a migliorare e che gli facciano comprendere che tutti siamo belli e unici.