di Patrizia Sereno – E da ora in avanti saranno ancora di più paladini del “loro” don Enrico Smaldone gli studenti che frequentano l’istituto che del sacerdote in odor di santità porta il nome. Lo hanno fatto capire chiaramente alla folta platea che hanno ospitato in aula Magna, con la Dirigente Scolastica Brunella Cataldo a fare da padrona di casa. Gli alunni delle classi seconde della Secondaria di Primo Grado hanno accolto i componenti del comitato che vigila sul percorso verso la beatificazione del Fondatore della Città dei Ragazzi, oltre che don Luigi La Mura e don Ciro Galisi. Li hanno accolto e li hanno stupiti. Sotto lo sguardo del busto di don Enrico hanno spiegato il percorso di studio e conoscenza intrapreso fin dallo scorso anno, nel solco emotivamente coinvolgente segnato dall’opera di Maria Rossi “Lomascuro”, proseguendo quest’anno – a 104 anni dalla nascita di don Enrico, tracciando un singolare parallelismo tra le opera del religioso angrese e il 20 novembre, giornata internazionale dei diritti dei bambini. Hanno letto riflessioni, intonato brani ritenuti calzanti con lo spirito della giornata di commemorazione, hanno illustrato opuscoli realizzati con estro e passione sul “loro” don Enrico. Hanno riempito l’aula Magna con voci, sguardi, sentimenti. Con figuranti a rappresentare alcuni dei mestieri che i ragazzi di don Enrico impararono (ciabattino e falegname) e chiedendo da un loro compagno di vestire in orario scolastico i panni di quello scoutismo che è uno stile di vita. In cambio hanno raccolto plausi e commozione. E hanno guadagnato alla scuola di cui vanno sempre più fieri un’immagine di don Enrico Smaldone che rappresenta un vero e proprio trofeo lungo il loro cammino di giovani intenzionati a diventare cittadini consapevoli. Perché se i ragazzi di don Enrico di ieri erano i figli della Seconda Guerra Mondiale, loro sono i ragazzi di don Enrico che – oggi più che mai – dimostrano con gioia quanto spesso il centro (di tutto!) si guardi meglio da quella periferia fatta di spontaneità e competenze guadagnate nella quotidianità.