di FEDERICA BASILE – Sociologi e politici hanno sollevato il problema della violenza che esplode durante le partite di calcio, non solo a livello nazionale, ma anche internazionale. Personalmente, credo che questo problema oggi si sia allargato in maniera più accentuata, soprattutto per gli interessi finanziari che vi sono dietro queste manifestazioni. Gli stadi, sin dai tempi dell’Impero romano, sono stati luoghi di divertimento del popolo. Oggi, però, i confronti sportivi hanno assunto una marcata connotazione sociale, diventando terreno di evidenti forme di aggressività. In tutto il mondo, infatti, la violenza esplode durante le partite, per i più svariati motivi: tifo malato, intolleranza religiosa, tendenze xenofobe Certo è, che lo stadio sembra rappresentare il luogo dove il tifoso scarica la sua aggressività o le sue frustrazioni Anche la crisi economica, che investe ancora tutte le nazioni del mondo, in questa fase di trasformazione delle società e delle finanze, per le forti differenze sociali, ha favorito il diffondersi di violenze durante gli eventi agonistici. C`è chi propone, dopo questi fenomeni estremi, la chiusura temporanea degli stadi, con la proibizione dell’ingresso delle tifoserie. In alcune nazioni sono state inflitte pene molto severe agli autori di queste violenze, ma poco o nulla è cambiato. Tutto questo, a volte, non è stato sufficiente, perché è risorta la barbarie distruttiva di monumenti cittadini dei luoghi ospitanti gli eventi sportivi. A mio parere, solo il ritorno alla semplicità e alla vera sportività che caratterizzava le competizioni delle antiche civiltà, dove l’essere umano, in quanto tale, era al centro delle gare per cui si sospendevano anche le guerre, potrà restituire dignità allo sport più amato e seguito.