//Ucciso in Chiesa: il Sacerdote dal cuore nobile

Ucciso in Chiesa: il Sacerdote dal cuore nobile

di | 2024-01-20T07:39:33+01:00 18-1-2024 15:59|Alboscuole|0 Commenti
  di  Martina Papa-Michela Sofia Prisco- Giuseppe Diana è stato un presbitero, attivista e scout italiano, assassinato dalla camorra per la sua lotta antimafia. Il suo impegno civile e religioso contro la camorra ha lasciato un profondo segno nella società. Nasce in provincia di Caserta, da una famiglia di proprietari di terreni. Nel 1968 entra nel seminario di Aversa, dove frequenta la scuola media e il liceo classico.Nel 1978 entra nell’Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani (AGESCI) rivestendo  il ruolo Caporeparto e, successivamente, anche assistente del settore Foulard Bianchi. Nel marzo 1982 diventa  Sacerdote. Proseguendo i suoi studi, diventa anche Segretario del Vescovo di Aversa. Don Giuseppe Diana cerca di aiutare le persone nei momenti resi difficili dalla camorra, negli anni del dominio assoluto del Clan dei Casalesi, legata principalmente al boss Francesco Schiavone, detto “Sandokan”. Gli uomini del clan controllano non solo i traffici illeciti, ma, da infiltrati, anche gli enti locali e gestiscono fette rilevanti di economia legale, tanto da diventare “camorra imprenditrice”. L’ hanno ucciso alle 7 e 20 del 19 marzo 1994, sparandogli in faccia, mentre si preparava a celebrare la messa, la prima messa di un giorno qualsiasi. Un giorno qualsiasi, in un luogo qualsiasi di quella Italia segnata, ancora, dalla presenza della camorra e della mafia. Don Peppino Diana è morto, come padre Puglisi o tanti altri Parroci e Sacerdoti che rischiano la loro vita cercando di aiutare il loro prossimo, battendosi per stare vicino a chi soffre, ribellandosi ai potenti e ai criminali. Ucciso in una Chiesa, come monsignor Romero. Ucciso per aver testimoniato contro la camorra. O forse ucciso perché aveva firmato un documento che denunciava l’intreccio tra politica e poteri criminali. O perché don Peppino, come era chiamato affettuosamente dai suoi parrocchiani, era impegnato nel sociale, aiutava gli extracomunitari, si spendeva per chi era debole. Una vita, la sua, certamente  incompatibile con gli interessi della camorra. Non sarà mai dimenticato perchè un animo nobile come il suo, rimarrà impresso nella mente di tutti.