di Maria Sanclemente – Oggi, 25 marzo, è stata celebrata la prima giornata nazionale dedicata al Sommo Poeta in preparazione ai 7oo anni dalla sua morte che ricorreranno nel 2021. La Giornata, proposta dal ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, è stata approvata dal Consiglio dei Ministri, ed istituita per ricordare il viaggio nell’aldilà del Poeta, intrapreso, secondo gli studiosi, proprio il 25 marzo del 1300.
La ricorrenza cade proprio in un momento difficile, vista l’emergenza sanitaria, e la sospensione forzata delle attività didattiche, causa coronavirus. Nonostante ciò le iniziative in tutta Italia non sono mancate, soprattutto nei social e online. Un Dantedì “ digitale”, che ha visto crescere gli appuntamenti e le iniziative attraverso gli hashtag ufficiali #Dantedì e #IoleggoDante. Con le scuole, le università e i musei chiusi abbiamo fatto quello che si è potuto . Gli Uffizi di Firenze hanno pubblicato sul loro sito un’ esposizione universale, una scelta di 11 opere dedicate a Dante, tra dipinti, disegni e sculture.
Nelle scuole ci siamo dati appuntamento alle 12 in punto e, grazie alle lezioni a distanza, abbiamo organizzato letture ed approfondimenti . In particolare noi abbiamo scelto il canto XXVI dell’Inferno, dove Dante, attraverso la figura del leggendario Ulisse celebra l’ingegno umano nelle famose terzine in cui , rivolgendosi a quella “picciola compagnia”, invitandola a seguirlo nell’”esperienza di conoscer il mondo sanza gente”, pronuncia i celebri versi ”Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”.
E, alla luce della situazione odierna, questi versi risuonano come monito rivolto all’uomo ad andare alla ricerca dei veri valori, i valori che stanno alla base della vita civile e che, da soli, ci permetteranno di uscire a” riveder le stelle”: così si chiude l’Inferno dantesco. Versi che in tempi di coronavirus risuonano in modo singolare, come un appello alla speranza e insieme alla nostra comune identità di italiani.