di Mazzuccato Leonardo, ex Classe 3^ B. –
Cari lettori e lettrici della nostra testata giornalistica ‘Foscarini News’ non so se a voi affascina il mondo dei mezzi navali progettati e costruiti dall’uomo per essere immersi e navigare in immersione. Per me, quest’argomento ha sempre suscitato un enorme interesse e mi ha spinto a cercare delle approfondite informazioni che mi hanno portato a decidere di scrivere quest’articolo per condividerle con tutti. Fin dai tempi più antichi l’uomo ha avuto il desiderio di costruire dei mezzi che potessero andare sottacqua. Fu lo scienziato italiano Giovanni Alfonso Borelli, intorno alla fine del XVII Secolo, con la pubblicazione del suo trattato sulla fisiologia animale del 1680 ‘De motu animalium’, a dare l’input per la costruzione di un mezzo che potesse navigare negli abissi marini. Il primo tentativo di un mezzo ad immersione era però già stato compiuto dall’olandese Cornelius van Drebbel che, appunto ai primi anni del 1600, aveva percorso un breve tratto del Tamigi con un battello subacqueo alla profondità di circa 4 metri. Dopo successivi tentativi, andati purtroppo falliti, il progetto di costruire dei sottomarini diventò, molti anni dopo, quello di utilizzarli a scopo militare. Nel 1850 fu il tedesco Wilhelm Bauer che costruì un sommergibile con scafo in acciaio di 8 metri che pesava circa 39 tonnellate. Il più famoso sottomarino del XIX Secolo fu il CSS Hunley costruito da Horace Lawson nel 1864 con il quale fu affondata, piazzando una carica esplosiva sulla prua, la pirofregata nordista USS Housatonic. Durante il suo rientro alla propria base però anche l’Hunley affondò provocando la morte dell’intero equipaggio. Questo tragico evento sollevò il problema dell’efficacia del sottomarino che principalmente derivava dalla mancanza di un motore. Alla fine del XIX Secolo fu lo spagnolo Isaac Peral che utilizzò dei motori elettrici dando il via all’era dei sottomarini in grado di raggiungere velocità di circa 11 nodi, però rimaneva il problema della ricarica della batteria, quindi il tragitto che si doveva compiere era di breve durata e in più si doveva assolutamente navigare non troppo lontano dalla costa. Man mano che trascorreva il tempo e con l’esplosione delle due Guerre Mondiali il sottomarino ebbe delle forti evoluzioni, infatti fu impiegato per affondare le navi militari dei nemici. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale la vera rivoluzione avvenne negli anni ‘50 del Secolo scorso con l’innovazione tecnologica nucleare che ha portato alla generazione del sottomarino nucleare che utilizza un motore elettrico alimentato da un reattore nucleare a fissione per la propulsione. Il primo sottomarino che utilizzava questo tipo di propulsione fu il Nautilius che venne varato dalla marina degli Stati Uniti nel 1954. Da quel prototipo successivamente anche altre marine hanno costruito dei sottomarini nucleari, perché questi possono essere utilizzati come armi militari con obiettivi di attaccare o difendersi da attacchi di unità di superficie o sottomarine di forze marine avversarie. I recenti sottomarini nucleari hanno una lunga autonomia e possono rimanere in mare per lunghi periodi e in più non abbisognano di rifornimenti. Sono dotati di missili a lunga gittata che hanno a loro volta testate nucleari. Gli Stati Uniti d’America nei primi anni ’60 dotarono i loro sottomarini con missili balistici Polaris a propellente solido che potevano colpire il bersaglio a 4.000 Km di distanza. I sottomarini Polaris a metà degli anni ’60 vennero sostituiti dai Poseidon che avevano la capacità di portare anche 10 testate nucleari. Nello stesso periodo fu anche elaborato un missile anti-sottomarino a guida inerziale che poteva essere lanciato dal tubo lanciasiluri. I Polaris e i Poseidon sono stati sostituiti dalla nuova Classe Ohio che ha in dotazione i Trident I con gittata di 7.400 Km e il Trident II con 8 testate da 100 chiloton con gittata di 11.300 Km. La Russia possiede i Typhoon che hanno 20 tubi di lancio con missili SS-N-20 con testate da 100 chiloton in grado di percorrere distanze di 8.000 Km, ha, inoltre, i Borei con i nuovi SS-N-30, i Delta III e i Delta IV. La marina inglese ha i sottomarini della Classe Resolution con i Trident e i Vanguard, quella francese possiede quelli delle Classi Redoutable e Trionphant. Infine, la Cina ha i sottomarini della Classe SSNB dotati da i Type 092-Xia e i Type 094-Jin. Per concludere si deve purtroppo prendere atto che ci sono molte Marine militari che hanno in dotazione i sottomarini con i missili con testata nucleare a lunga gittata e, pertanto, ci si augura che non ci sia mai una escalation tale che possano essere prese delle decisioni drastiche da far utilizzare queste armi atomiche. Il loro utilizzo sarebbe davvero la fine sia per la popolazione mondiale e sia per le gravi conseguenze per l’ambiente che risulterebbe inquinato dalla radioattività per lunghissimi tempi. La conseguente catastrofe nucleare comprometterebbe in senso globale e senza ombra di dubbio letalmente il futuro dell’umanità. Deve perciò prevalere il buon senso a non utilizzare le armi atomiche ma soprattutto il rispetto nel nostro Pianeta e della vita di tutti gli esseri che lo popolano!