//….DA QUANDO IL COVID 19 E’ ENTRATO NELLA MIA VITA

….DA QUANDO IL COVID 19 E’ ENTRATO NELLA MIA VITA

di | 2020-04-13T10:38:48+02:00 13-4-2020 10:38|Alboscuole|0 Commenti
Francesco Calculli , Antonio Giglio – Tutti ormai siamo a conoscenza di un nuovo Virus, presentato all’ inizio come un’ influenza solo più contagiosa. Io ho iniziato a conoscere questo Virus grazie ai telegiornali, tornando a casa da scuola per pranzare e accendendo la televisione avevo sentito una notizia su questo nuovo virus che colpiva la Cina, ma essendo lontano come paese dall’ Italia ho ignorato la notizia perché pensavo si potesse trovare una cura e sconfiggerlo prima che arrivasse in Italia. Anche quando iniziai a sentire che il virus colpiva paesi sempre vicini alla Cina e causava anche molti morti, continuavo a non dar peso alla notizia. Parecchi giorni dopo svegliatomi per andare a scuola, accendendo la televisione per sentire il telegiornale della mattina ho sentito che a causa di una persona che tornava dalla Cina il Virus era arrivato anche in Italia e precisamente a Codogno. In quel momento mi fermai a pensare, incominciai a chiedermi se anche in Italia ci sarebbero stati morti? Passarono giorni, le persone infette iniziavano ad essere tante ed erano tutte del Nord, i morti erano sempre più numerosi, a scuola si parlava solo di quello, l’ansia saliva ed ecco che arrivarono i primi messaggi del Premier Conte dove informava che le zone rosse erano quelle del nord come il Veneto e la Lombardia. Il fatto si faceva più serio ed io, in quel momento, capii di aver sbagliato a prendere la situazione sotto gamba. Il governo annunciò la bozza del decreto che stabiliva quali zone dovessero essere chiuse: nessuno poteva uscire da lì! Al diffondersi della notizia tutti i meridionali che lavoravano lì iniziarono a tornare a casa, per me questa azione è stata sbagliata infatti per questo “esodo” molti sono stati contagiati e il numero dei morti aumentava. Un mercoledì, precisamente il 4 marzo, mentre pranzavo sentii che il governo stava valutando la chiusura delle scuole. Ci fu la conferma delle scuole chiuse in tutta Italia e, non nascondo che in quel momento, essendo un ragazzo dei 12 anni, ne fui molto contento. Dopo qualche giorno arrivarono i messaggi del Premier Conte e anche dal sindaco di Gravina stesso che dicevano che noi tutti dovevamo restare a casa anche se non eravamo in una zona rossa. Si chiusero bar, ristoranti e nei supermercati si entrava uno alla volta. Un pomeriggio io e mio cugino volevamo andare a fare una passeggiata, ma i nostri genitori ce lo impedirono dicendoci che dovevamo restare tutti a casa perché la situazione era grave, noi non avevamo capito la gravità del momento, tanto da discutere animatamente con i nostri genitori. Proprio quel pomeriggio arrivò un video dal nostro sindaco in cui si diceva che un vecchietto tornato a Gravina dopo una vacanza nel nord Italia, oltre a non informare le autorità, aveva contratto il virus e continuava ad uscire, solo due settimane dopo fu ricoverato in ospedale. Ora anche nel mio paese c’è paura e molte persone sono state messe in quarantena. Ora mi sento un topo in gabbia, mi sento chiuso in cella, perché ero abituato ad uscire con gli amici. Detesto tutte queste regole, queste restrinzioni anche se servono per il mio bene e quello della mia famiglia,  per me salutarsi con una stretta di mano o con un abbraccio era una cosa normalissima che ora non si può più fare. Una mia riflessione è: studiamo tanto l’EUROPA, uno stato unito come fosse un’unica nazione, dove ogni stato aiuta l’altro, dove tutti siamo europei indipendentemente dal paese da cui veniamo, ma adesso che noi ITALIANI stiamo avendo un problema tutta l’Europa ci sta voltando le spalle. ORMAI HO CAPITO CHE TUTTI DOVREMMO RESTARE A CASA . PENSANDOCI,  CONTINUO A RIPETERMI: POTRO’ RACCONTARE A MIO FIGLIO CHE HO SALVATO IL MONDO RIMANENDO SEDUTO SUL DIVANO.