di Lorenzo Assiro –
Se un veggente mi avesse predetto il futuro e mi avesse detto che la situazione attuale sarebbe stata la mia quotidianità, l’avrei preso per folle.
Oggi invece mi sembra di vivere una vita non mia, mi sento il personaggio di un film, uno di quei film di fantascienza, talmente fantastici da essere irrealizzabili e… quindi lontani.
Ricordo quando ho salutato i miei compagni dicendo: “Ci vediamo domani!”, ma quel domani è in ritardo di tre settimane.
All’inizio non capivo cosa stesse succedendo, mi sembrava un vacanza scolastica regalata, poi le notizie al telegiornale, tutto era fuori di me, più grande di me e io mi sentivo vuoto, disarmato. Tutto è cambiato, tutto ciò che davo per scontato, per naturale e dovuto, oggi non lo è più: la libertà di uscire, di giocare, di incontrare gli amici, di fare un viaggio per posti sconosciuti.
Oggi siamo tutti a casa, io, papà e la mamma e persino mio fratello, che studia ogni momento per diventare medico. Lui ci spiega tutto e noi lo ascoltiamo, per capire bene.
C’è del buono, però: ora non corriamo più ogni mattina in tangenziale, mangio con i miei genitori tutti i giorni e dalla finestra sono costretto a guardare l’infinito panorama del cielo… prima non lo guardavo così spesso.
Lo so, deve passare il tempo necessario.
Questo tempo è veramente d’oro, ci sta facendo ridiventare umani, ci riporta alla lentezza delle ore, al focolare domestico, alle torte profumate e ai film visti tutti insieme.
Ci porta a comprendere che la cosa più preziosa è l’aiuto reciproco, la solidarietà.
Questo virus ci sta togliendo tanto, ma gli chiedo di lasciarci solo una cosa: un’umanità migliore di quella che ha trovato.
.
