Mi ritrovo a sfogliare uno dei tanti libri da una vecchia biblioteca che profuma di tranquillità ed emozioni respinte, mi perdo nella sezione pensieri che la mia mente custodisce attentamente. Le pagine ingiallite emanano differenti sentimenti troppo contrastanti con la mediocre realtà e per un attimo mi chiedo cosa si provi ad essere nei panni della protagonista corteggiata da un ostinato ragazzo, quello più voluto ma meno capito. Intuisco, amaramente, che forse quel che spinge i giovani scrittori a scrivere righi e righi, spendendo maggior parte del loro tempo, in discorsi e tematiche d’amore sia la consapevolezza che quello che i futuri lettori scruteranno prudentemente non accadrà mai nella realtà o, forse, quasi. Un po’ come accade nella visione di serie televisive che scuotono gli animi di inguaribili sognatori. Fin da bambini i cartoni, le nostre affettuose maestre d’asilo accompagnate dai genitori o qualche rivista ci hanno insegnato che il corteggiamento verso un’altra persona è qualcosa di docile e lento, ma a parer mio è una lezione che col tempo si è sbiadita come il cielo cristallino all’arrivo del pazzo tramonto.
Mia nonna mi ripete sempre quanto fossero belli i tempi di una volta ed io, adagiata su una delle sue vecchie poltrone che urlano di sopravvivenza dopo infinite lavate da parte sua, non posso che darle ragione. Alle volte vorrei avere la possibilità di aprire un portale e tornare indietro nel tempo, quando le rose erano molto più viste tra le mani tremanti dall’emozione di qualche ragazza, quando le panche di legno vedevano raramente la luce del sole occupate da un tempo sospeso di giovani innamorati, quando gli sguardi incuriositi ma al tempo stesso anche decisi si posavano sulla figura di una donna che al tavolo se ne stava a sorseggiare qualcosa mentre aspettava che quel cipiglio determinato si avvicinasse per avere una conversazione e poi, chissà. Sarebbe stato bello anche essere stata trasportata dalla musica della grande o piccola sala ricca di addobbi di quel periodo mentre due braccia possenti ti guidavano in modo sicuro, a differenza di oggi che al proporre di una cosa simile ti deridono spudoratamente in viso come se avessi detto qualcosa fuori dal comune. Per non parlare del genere musicale che va di moda oggigiorno e attribuire il nome canzone ad alcune di esse è un sintetico complimento. Credo che anche le parole erano disuguali accompagnate da gesti in grado di farti venire la pelle d’oca, non come adesso che quelle frasi dette sono frutto di discorsi copiati o letti altrove o già dette, e non so cosa sia peggio. Forse ci vorrebbero alcune lezione di ‘corteggiamento’, ma, ahimè, chissà se qualcuno capirebbe qualcosa. È come se l’evoluzione della moda, avvenuta gradualmente nel corso degli anni, avesse portato gelosamente con sé i modi fini e cortesi rimpiazzandoli con quelli superficiali e dozzinali come un tentato approccio via social o in modo errato. Sbuffo scontenta, simile ad una bambina col broncio, riflettendo, mentre da lontano adocchio una vecchia foto in monocolore. È sgualcita, annosa, temo anche che possa sgretolarsi tra le mie stesse mani per la sua sottigliezza ma mi dimentico di questi pensieri quando intuisco che si tratta di una giovane coppia salutarsi alla stazione facendosi trasportare dalla passione e dal vento che fa sollevare la gonna di lei e tenere stretto il cappello da soldato del suo compagno. I loro volti sono disperati, forse non sanno quando e se si rivedranno, ma al medesimo tempo riesco a leggere il sapersi aspettare. Chissà cosa sarà successo ai due, penso, e chissà ai nostri tempi chi abbia ancora la pazienza e la volontà di aspettare un’altra persona. Di raro mi è capitato di origliare, mentre per conto mio me ne stavo a sbrigare le mie faccende, quanto qualcuno si aspettava qualcosa da un’altra persona e spesso sono stata tentata di intromettermi: per quanto si possa ricevere qualcosa come dei cioccolatini, un mazzo di fiori ordinato velocemente o un piccolo oggetto, solo poche, se non limitate persone avranno la capacità di compiere qualcosa di originale e avere tanta ammirazione, cura e attenzione come Dante per la sua Beatrice, Petrarca per la sua Laura, Brunelleschi per la sua cupola e Degas per i suoi dipinti.
FILOMENA LEPORE (5^ B Tur)
Che fine ha fatto il “corteggiamento romantico”?
di IL GALLO STRILLONE ON LINE - AVERSA (CE)|
2022-04-14T09:58:22+02:00
14-4-2022 9:47|Alboscuole|0 Commenti