Caterina II di Russia, conosciuta come Caterina la Grande, fu imperatrice di Russia dal 1762 alla morte. Fu uno dei più significativi esempi di assolutismo illuminato del tempo.
Nata a Stettino, Sofia Federica Augusta di Anhalt-Zerbst venne data in sposa, sedicenne, all’erede al trono dell’Impero russo, il granduca Pietro, futuro Pietro III di Russia.
La famiglia di Sofia era nobile, ma aveva problemi economici, quindi decise a tavolino un matrimonio d’interesse per la ragazza, destinandola in sposa, grazie all’interessamento di Federico II di Prussia e dell’imperatrice Elisabetta di Russia, al nipote di quest’ultimo, appunto il futuro zar Pietro III.
A quanto pare, sin dal primissimo incontro con Carlo Pietro Ulrico di Holstein-Gottorp, più tardi noto come Pietro III, Sofia trovò da subito detestabile il suo futuro sposo. E anche dopo le nozze, le cose non andarono meglio: Pietro beveva troppo ed era di temperamento irascibile, oltre a essere segnato sul viso dal vaiolo. Pietro si mostrò sin da subito ostile alla moglie ed ebbe diverse amanti (ma da questo punto di vista Sofia non fu da meno).
Sofia fu molto apprezzata dall’imperatrice Elisabetta per la sua assiduità nello studio del russo, lingua all’epoca a lei sconosciuta. Si dedicò infatti all’apprendimento con tutta se stessa, tanto da svegliarsi anche la notte per ripassare quanto studiato durante il giorno: a causa di questa abitudine, contrasse addirittura una pericolosa polmonite.
Pur essendo di fede luterana, decise però di convertirsi al cattolicesimo ortodosso. Suo padre, fervente luterano, si oppose a questa decisione, ma invano. Il giorno del suo matrimonio, il 21 agosto del 1745, non presenziò alla cerimonia. La versione più accreditata, in ogni caso, è che per la futura Caterina II la fede ortodossa fosse più che altro uno strumento politico e militare, da utilizzare al bisogno.
Alla morte di Elisabetta di Russia, nel 1762, Pietro divenne imperatore e di conseguenza Caterina II divenne l’imperatrice consorte. Ma il regno dello zar durò poco: Caterina riuscì a organizzare un colpo di stato a suo danno, convincendo tanto l’esercito che il clero della necessità di sbarazzarsi del despota simpatizzante per la Prussia, fino a costringerlo a firmare un documento di abdicazione il 9 luglio 1762. Pochi giorni dopo, Pietro morì in circostanze non del tutto chiare, anche se pare che non fosse volontà di sua moglie farlo uccidere.
Sotto il suo regno, l’Impero russo accrebbe la sua potenza e visse uno dei periodi di maggior riconoscimento a livello europeo, favorendo lo sviluppo dell’Impero e avvicinandolo alle economie dei paesi europei. Volendo applicare al suo metodo di governo i principi illuministi, di cui era seguace, Caterina incominciò con la redazione di un nuovo codice ispirato alle idee degli enciclopedisti.
Affidandosi ai suoi favoriti, in particolare a Grigorij Orlov e a Grigorij Potëmkin, ma anche assistita dal grande successo dei generali, come Pëtr Rumjancev e Aleksandr Suvorov, e ammiragli, come Fëdor Ušakov, estese rapidamente l’egemonia russa: a ovest vi fu l’annessione del territorio maggiore, ottenuto dallo smembramento della Confederazione Polacco-Lituana; in seguito alle guerre russo-turche occupò la Crimea; all’estremo est incominciò la colonizzazione dell’Alaska.
Ammiratrice di Pietro il Grande, Caterina continuò a modernizzare la Russia occidentale, secondo le idee dell’assolutismo illuminato: s’interessò ai problemi dell’istruzione, fondando il primo istituto d’istruzione superiore femminile in Europa, delle finanze e della creazione di nuove cittadine, che furono fondate su suo ordine.
Purtroppo la sua politica comportò un aumento del numero dei servi della gleba, con conseguente malcontento popolare e lo scoppio di numerose rivolte, represse violentemente, come quella guidata dal cosacco Pugačëv. Nonostante queste ambiguità politiche, a causa dei suoi rapporti epistolari con vari filosofi illuministi, che ne elogiarono il governo, il periodo della dominazione di Caterina la Grande è considerato l’età d’oro dell’Impero russo.
Caterina ebbe quattro figli, pur non avendo grandi rapporti con nessuno di essi. I primi due le furono in pratica “confiscati” dall’allora imperatrice Elisabetta, che volle occuparsi di loro: sono Paolo Petrovic (il futuro imperatore Paolo I di Russia), figlio non si sa se di Pietro III o più probabilmente dell’amante Sergej Saltykov, e Anna Petrovna, figlia di Stanislao Poniatowski. Gli altri furono Aleksej Grigor’evic Bobrinskij, frutto della sua relazione con il conte Grigorij Grigor’evic Orlov, ed Elzaveta Grigro’evna Temkina, probabilmente figlia del tanto amato Grigory Potemkin.
Fu sepolta nella Cattedrale di San Pietro e Paolo a San Pietroburgo.
M. Elettorale- F. Savino- S. Naturale- G. Nardella-G. Rigucci- L. Sarto- G. Verroia A. Zaccaro 2^I