di Sopelsa Benedetta 1^ C . –
Al giorno d’oggi usare il ‘social’ è una cosa normalissima, mentre anche solo pochi di anni fa poteva apparire come una cosa anormale, molto strana…
Non sempre però noi ragazzi ne facciamo buon uso, basta che un ragazzo/a faccia qualcosa di scorretto o divertente e nel giro di pochi secondi si ritrova già a vagabondare sul web facendo milioni di visualizzazioni.
Molte volte però ci sono ragazzi/e che vengono presi/e di mira e tramite i social vengono discriminati/e e spinti/e a comportamenti lesivi anche sulla propria persona convincendoli/e di essere nullità … Tutto ciò è bullismo che poi sul web diventa cyberbullismo.
Dobbiamo domandarci quali sono le cause che inducono questi ragazzi/e ad agire in questa maniera? Beh, dietro ogni ragazzo/e ci sono motivi diversi ma personalmente ritengo che i più frequenti siano due:
– agiscono in questo modo ”per farsi credere qualcuno di importante davanti ai propri amici”
– è probabile che all’interno di questa tipologia di comportamento “può nascondersi una sofferenza vissuta nella propria infanzia”.
I bulli possono sembrare forti, ma non lo sono! Direi che sono dei vigliacchi perché se offendono i ragazzi più bravi di loro più sono soltanto invidiosi, e per questo motivo non meritano nulla da parte tua, perciò se sei una vittima smettila di piangere perché non si meritano neanche una tua lacrima.
Il mio consiglio: bisogna sorridere sempre! Loro ci rimarranno malissimo e andranno avanti finché non ti vedranno soffrire, ma tu continua a sorridere e loro prima o poi smetteranno.
Molti ragazzi per le continue vessazioni sui social subite sono giunti a compiere atti coraggiosi e personalmente credo che in questo modo si siano comportati da “eroi” perché spesso chi viene preso in giro è una persona che provvede a dare opportuni consigli per aiutare gli altri che sono le vittime e che impegna tutto/a se stesso/a per cercare di superare queste situazioni.
Le ‘vittime’ possono sembrare deboli ma non lo sono, in realtà sono molto forti. E’ necessario sempre e comunque reagire parlando con gli amici, con gli insegnanti e soprattutto con i propri genitori.