Oggi 4 febbraio 2023, verso le 9:30 siamo andati in Aula Magna alla scuola media Giacomo Leopardi, dove abbiamo trovato ad accoglierci delle persone che dialogavano con la Preside. Ci siamo accomodati sulle sedie, c’erano anche le due classi quinte Stigliani, le maestre delle rispettive classi e la vicepreside. La Preside ha preso la parola e ci ha spiegato perché quelle persone erano lì. Erano lì per raccontarci cos’era il bullismo e il cyberbullismo… Ha parlato un’avvocatessa, che ci ha spiegato che se il bullo viene “denunciato” ed è minorenne, come avviene in molti casi, la colpa ricade sui i genitori. Poi ha parlato una dottoressa, che ci ha fatto vedere prima un cartone animato, dove c’erano due bulli che prendevano in giro un ragazzo, e poi ci ha detto che il bullo si crede più forte della vittima. Un’ altra avvocatessa ci ha mostrato altri due video, difficili da spiegare, per farci capire che bisogna “connettersi con rispetto” su internet. Ci sono quattro tipologie di persone, coinvolte negli atti di bullismo: -l’indifferente, che ignora ciò che succede pur essendo presente; -i bulli, che infastidiscono la vittima; -la vittima, che subisce le gesta dei bulli e -il difensore, che difende la vittima. Per concludere abbiamo parlato del “cyberbullismo che è un reato”. A me non è capitato, per fortuna, di incontrare né un bullo né una vittima o di essere una di loro e spero che non mi capiti mai. di Victoria Colonnese, classe V A “G. Albini”
Oggi, sabato 4 febbraio, dalle ore 9:30 si è tenuto in Aula Magna un incontro sul bullismo e cyberbullismo. Eravamo noi della quinta A del plesso Giacinto Albini e le due quinte del plesso Nicola Stigliani dell’Istituto Comprensivo Giacomo Leopardi. Arrivati in Aula Magna, ci siamo seduti e le persone che avevano organizzato questo incontro si sono presentate. Dopo, abbiamo visto un video sul bullismo che presentava tre personalità: la vittima, il bullo e i bambini che difendevano la vittima. Poi abbiamo riflettuto e capito che i bulli sono persone deboli, che a loro volta sono stati bullizzati. Abbiamo visto un altro video sul cyberbullismo in cui erano presenti i bulli, la vittima, gli indifferenti (cioè le persone che assistono all’episodio e non dicono niente) e l’aiutante, che “sansionava” questo comportamento. Abbiamo visto un altro video ancora, nel quale un bullo picchiava la vittima e un altro filmava. Il filmato è stato caricato sul web e, quando la polizia lo ha visto, è subito andata a casa del bullo per prendere provvedimenti. Abbiamo poi detto che il bullismo e il cyberbullismo non sono reati, ma le azioni che si fanno bullizzando una persona sono reati penali. Tutti gli episodi vanno denunciati agli adulti o ai professori. A me non è mai successo di essere bullizzato, ma se dovesse accadere ed il bullo alzasse le mani, mi difenderei. Ovviamente se tanti bulli si dovessero mettere contro di me, io chiamerei il professore, se a scuola, o, se più grandi di me, chiamerei direttamente la polizia. A conclusione dell’incontro di oggi qualche compagno, anche di altre classi, ha raccontato degli episodi di bullismo accaduti. Qualcuno ha raccontato di aver difeso un bambino più piccolo da un bullo, altri di essere stati bullizzati e di aver ricevuto dopo le scuse. di Mattia Meduri, classe V A “G. Albini”
Oggi sabato 4 febbraio dalle 9:30 fino alle 11:00 siamo stati nell’Aula Magna delle scuole medie dove c’erano ad attenderci gli organizzatori dell’incontro, la Preside, la vicepreside e le quinte della scuola Stigliani. Dopo una breve presentazione, ci hanno spiegato cos’è il bullismo e il cyberbullismo: il bullismo è quando si parla di violenze fisiche e avviene solo da coetanei, cioè minori; il cyberbullismo sono le offese che vengono dette attraverso internet. Maria Rosaria, una dottoressa, ci ha detto che il bullo diventa tale perché vuole essere al centro dell’attenzione e vuole farsi notare sentendosi forte, oppure diventa così perché è stato bullizzato in passato e adesso si vuole sfogare commettendo un gravissimo errore. Successivamente abbiamo visto un cartone, dove c’era la vittima, debole e piccola, e il bullo grosso e forte. Nel filmato alla fine arriva il difensore, cioè quello che difende la vittima: non era grosso ma magro. Dopo abbiamo visto un video sul cyberbullismo che parlava di una ragazza bullizzata da altri compagni di classe, ovvero i bulli, dove c’era il difensore a cui non piaceva il comportamento degli altri ragazzi nei confronti della vittima. Abbiamo visto un altro video sul cyberbullismo: la vittima veniva bullizzata e il bullo faceva il video che, appena tornato a casa, ha pubblicato in rete. Dopo un po’ di tempo è andata la polizia a casa sua perché il cyberbullismo è un reato. Le parole che mi sono rimaste impresse, da questo incontro, sono: “Se condividi, sei responsabile” “se partecipi, sei responsabile” e infine “connettiti con il rispetto”. A me è successo qualche volta di essere insultata ma non ci ho mai dato troppo peso. Gli episodi che hanno raccontato gli altri sono bruttissimi e spero che il bullo un giorno si potrà pentire di quello che ha fatto.
di Giorgia Galante, classe V A “G. Albini”
Oggi, sabato 4 febbraio, alle ore 9:30 noi alunni della classe 5^ Albini e delle due quinte Stigliani siamo andati alla scuola media in Aula Magna per parlare di bullismo e cyberbullismo. Dopo essere arrivati e aver preso posto, i membri del Club Lions si sono presentati e ognuno di loro ha detto qualcosa sul bullismo e spiegato la distinzione tra il bullismo e cyberbullismo. Il bullismo può essere fisico (ovvero con percosse), oppure verbale (ovvero con le parole che non fanno piacere). E poi c’è il cyberbullismo, che è il bullismo online ed è ancora più grave, perché la vittima non è solo la vittima del bullo, ma è la vittima di tutti quelli che vedono il video contro di lei/lui, e molto spesso questo porta al suicidio. Due frasi che mi hanno molto colpita sono “CONNECT WITH RESPECT” e “IL CYBERBULLISMO È UN REATO, PENSACI!” Abbiamo visto anche dei video: il primo, era di un bambino che veniva bullizzato da tre ragazzini, finche’ non sono arrivati altri tre bambini che lo hanno aiutato e alla fine del filmato è comparsa una bellissima frase, ovvero “L’UNIONE FA LA FORZA!”. Poi abbiamo visto un altro video, dove dei ragazzi bullizzavano una ragazza, soltanto uno la difendeva e dove c’erano i bulli gregari, che sono quelli che vedono ma fanno finta di niente. Subito dopo ne abbiamo visto un altro, un pochino più vecchio,dove un ragazzo picchiava un ragazzino e l’altro filmava per caricare il video su internet. Alla fine dopo aver rintracciato il video, la polizia va a casa del bullo. Dopo la visione dei filmati, alcuni compagni hanno parlato e raccontato alcuni episodi in cui sono stati bullizzati. A me non è mai capitato, ma se mi dovesse succedere lo direi ai miei genitori e ai professori. di Chiara Verrastro 5^ A “G.Albini”
Oggi 4 febbraio, alle 09.30, per la giornata del bullismo e del cyber bullismo siamo andati con le altre quinte in aula magna, dove è venuta un’associazione di nome “Lions Club”, che ha spiegato con diversi video cosa è e come ci si comporta in una situazione di bullismo o di cyber bullismo e ci ha fatto raccontare i nostri episodi di bullismo. Io, purtroppo, ne ho vissuti due. Il primo episodio risale a quando ero al centro estivo e stavo giocando con una mia amica. Ad un certo punto, arriva un ragazzo e mi mette una bacinella in testa. Io ho gridato “aiuto” ed è venuto l’animatore che l’ha mandato a casa. Il secondo episodio riguarda la volta in cui ero ad un parco giochi di gonfiabili con mia cugina che aveva 2/3 anni. L’ho lasciata un attimo sola, sono tornata e l’ho trovata su uno scivolo, che aveva paura di fare, e il bullo la stava facendo scivolare. Io, allora, sono salita, l’ho spinto e ho fatto ritornare mia cugina a terra.
di Martina Politano, classe V A “G. Albini”
Oggi, sabato 4 febbraio 2023, si è svolta nell’Aula Magna della scuola media “la Giornata del bullismo e cyberbullismo”, organizzata dall’associazione Lions Club della città. Alcuni esponenti di questa associazione hanno parlato del “bullismo”, che significa che ti bullizzano nella realtà; invece, il “cyberbullismo” significa che ti bullizzano sulla rete internet e lo vede tutto il mondo. “Bullizzare” vuol dire prendere in giro qualcuno, maltrattarlo e mortificarlo davanti a tutti. Poi, ci hanno fatto vedere tre video: il primo mostrava un atto di bullismo da parte di un gruppo di ragazzi che bullizzavano un bambino, lo prendevano a calci e pugni, fino a quando sono arrivati dei difensori che hanno salvato il bambino bullizzato. Il secondo video è stato su un atto di cyberbullismo e bullismo: mostrava una bambina che in classe veniva bullizzata dai suoi compagni, che da dietro le lanciavano oggetti e le davano fastidio. Poi una bambina ha messo in rete il video, che aveva registrato la scena, e ha fatto in questo modo un atto di cyberbullismo. Tutti i compagni mettevano “mi piace” al video, tranne un compagno che ha messo “non mi piace” e una scritta importante dove si leggeva “connettiti con rispetto”. Infine, ci hanno fatto vedere un terzo video che parlava di un ragazzo vittima di due ragazzi più grandi che lo prendevano in giro e lo picchiavano. Poi il ragazzo a casa ha caricato il video sul computer e lo ha messo in rete: per questo, è intervenuta la polizia postale. Alla fine del video c’era scritta una frase: “Il cyberbullismo è un reato, pensaci”. A me ha colpito di più il terzo video perché si tratta di un fatto realmente accaduto. Mi è capitato di essere vittima di bullismo. Un pomeriggio al mare sono andato a casa di due miei amici che giocavano alla playstation. Io sbagliavo sempre, perché non sapevo giocare ai video giochi e per questo mi chiamavano “zucca vuota”; mi dicevano: “Non sai fare niente”. Io mi sono dispiaciuto e mi sono messo anche a piangere, però poi dei miei veri amici mi hanno consolato e siamo andati a giocare a pallone.
di Simone Ruggieri, classe V A “G. Albini”
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