di Michelangelo Suma, Classe 4^ AE. – Il Mondiale di Calcio del 1966, organizzato in Inghilterra dall’11 al 30 luglio 1966, fu una competizione piena di controversie, una delle quali coinvolse un intero continente. Nel gennaio del 1964, la FIFA decise che fra le 16 squadre che avrebbero partecipato al torneo, dieci sarebbero venute dalla Uefa (Europa), quattro dal Sud America e una dal Nord America e questa decisione lasciò soltanto un posto libero per tre continenti in lizza: Africa, Asia e Oceania. La CAF (African Football Confederation) non prese per niente bene questo verdetto della FIFA, così il direttore sportivo del Ghana Ohene Djan, che era fra le altre cose membro del comitato esecutivo della FIFA, asserì in un telegramma che si sarebbe opposto a quella disposizione annunciata. Successivamente venne comunicata la decisione definitiva della CAF nella quale si dichiarava di boicottare la Coppa del Mondo del 1966 a meno che l’Africa non avesse ricevuto il posto che riteneva di meritare. Questa rivendicazione era data dal fatto che l’unico Paese africano che aveva partecipato ad una Coppa del Mondo, soltanto una volta, era stato l’Egitto nel 1934. Nonostante ciò, il segretario della FIFA Helmut Kaser rifiutò la proposta africana, affermando che non si sarebbero potute modificare le decisioni prese precedentemente. Così, nell’ottobre dello stesso anno, venne data sostanza alla minaccia: le 15 squadre africane iscritte alla CAF dichiararono che non avrebbero partecipato al torneo, per difendere quindi l’interesse e la dignità dell’Africa. Fino ad oggi quella del 1966 fu l’unica edizione del Campionato del Mondo ad essere stata boicottata da un intero continente e questo gesto di ribellione ottenne i suoi frutti, quando nel 1968 si decise finalmente di assegnare un posto all’Africa per la successiva edizione della Coppa del Mondo 1970 che si disputò in Messico.