Francesca Giordano e Asia Ruocco III A – Il Body Shaming (che è traducibile come “far vergognare per il proprio corpo”) è una pratica che consiste nel deridere o denigrare qualcuno per il suo aspetto fisico. In sostanza, si utilizza una caratteristica fisica particolare di qualcuno per prenderlo in giro o svalutarlo. Generalmente si prende di mira in una persona: l’adiposità, la magrezza, la quantità di peli sul corpo, il portare gli occhiali, il colore di capelli, la presenza di lentiggini e così via.
Insomma, ogni differenza rispetto a canoni estetici definiti “normali” da una determinata cultura possono diventare oggetto di derisione. Infatti, proprio il termine – dall’inglese “body” (corpo) e “shaming” (vergogna) – definisce l’atto di prendere di mira o criticare in maniera denigrante una persona per la sua forma fisica. L’insulto rivolto a soggetti in sovrappeso, chiamato “FAT SHAMING” è indubbiamente quello più diffuso in quanto i nuovi modelli-simbolo sono snelli e slanciati, muscolosi e tonici, frutto di quella “moda dell’apparire, della forma fisica, dell’aspetto giovanile e performante in una società in cui il fitness e la dieta, o l’attività fisica spesso non equilibrata e commisurata all’età, sono diventati la norma”. L’opposto è il Thin Shaming che riguarda le persone considerate troppo magre o anche in questo caso, con veri e propri disturbi alimentari; ed anche qui ci sono moltissimi esempi di frasi che possono arrecare danno alla persona, come “sembri uno stuzzicadenti”, “sei anoressica” o “ma tu mangi ogni tanto?”. E’ considerato Body Shaming, qualsiasi tipo di commento, frecciatina o insulto detto con lo scopo di fare provare vergogna del proprio corpo a qualcuno.
Basti pensare a chi ha parti del corpo considerate non consone ai canoni estetici e a quante volte abbiamo sentito dire “che orecchie a sventola”; o a chi ha il naso un po’ più pronunciato “che nasone”.
Ci sono altri mille esempi che si potrebbero fare ma credo abbiate capito quanto il body shaming sia davvero vasto e sempre più presente in questa società che predilige la forma alla sostanza.
Questa pratica ha maggior impatto durante l’estate perché, per quanto riguarda il corpo femminile, abbondano giudizi come “quanta cellulite” o “non si vergogna quella a mettersi in costume?” Frasi dure spietate che possono creare vero e proprio disagio in chi le riceve, che va oltre al solo arrossire o provare vergogna in quell’istante. Il corpo è indubbiamente uno degli elementi fondamentali che concorrono a definire il sé di un individuo e a creare un livello di autostima che permetta di interagire con gli altri. Se il giudizio è negativo, dunque, l’autostima del soggetto può risentirne considerevolmente. Sono infatti correlati a queste situazioni, i disturbi legati all’alimentazione, come l’anoressia e la bulimia, molto diffusi tra gli adolescenti e, soprattutto, tra i soggetti di sesso femminile.