Inizia a utilizzare la tecnica di stampa impiegata nella serigrafia nel 1962, rivolgendo l’attenzione alla riproduzione di immagini comuni, degne del titolo di “icone simbolo” del suo tempo, comprese le lattine di zuppa. Tratta anche temi carichi di tensione, come i Car Crash (Incidenti automobilistici) e Electric Chair (sedia elettrica). Dal suo stile “neutro” e banale prende il via la cosiddetta Pop-art.Negli anni successivi decide di abbracciare un progetto più vasto, proponendosi come imprenditore dell’avanguardia creativa di massa. Per questo fonda la “Factory”, che può essere considerata una sorta di officina di lavoro collettivo. Iniziano i rapporti di lavoro con Leo Castelli.
Nel 1963 inizia a dedicarsi al cinema e produce due lungometraggi: “Sleep” ed “Empire” (1964). Nel 1964 espone alla Galerie Sonnabend di Parigi e da Leo Castelli a New York. Per il Padiglione Americano alla Fiera mondiale di New York realizza i Thirteen Most Wanted Men. L’anno successivo espone all’Institute of Contemporary Art di Philadelphia.Nel 1968 rischia la morte, all’interno della Factory, per l’attentato di una squilibrata, tale Valerie Solanas, unico membro della S.C.U.M. (società che si propone di eliminare gli uomini). Espone al Moderna Museet di Stoccolma. Pubblica il romanzo “A: a novel” e produce il primo film in collaborazione con Paul Morissey. Si tratta di “Flash”, cui seguiranno “Trash”, nel 1970, e “Heat”, nel 1972.
Nel 1969 fonda la rivista “Interview”, che da strumento di riflessione sul cinema amplia le sue tematiche a moda, arte, cultura e vita mondana. A partire da questa data, fino al 1972, esegue ritratti, su commissione e no. Scrive anche un libro: “La filosofia di Andy Warhol (Dalla A alla B e ritorno)”, pubblicato nel 1975. L’anno seguente espone a Stoccarda, Düsseldorf, Monaco, Berlino e Vienna. Nel 1978 a Zurigo. Nel 1979 il Whitney Museum di New York organizza una mostra di ritratti di Warhol, intitolata “Andy Warhol: Portraits of the 70s”.
Nel 1980 diventa produttore della Andy Warhol’s TV. Nel 1982 è presente alla Documenta 5 di Kassel. Nel 1983 espone al Cleveland Museum of Natural History e gli viene commissionato un poster commemorativo per il centenario del Ponte di Brooklyn. Nel 1986 si dedica ai ritratti di Lenin e ad alcuni autoritratti. Negli ultimi anni si occupa anche della rivisitazione di opere dei grandi maestri del Rinascimento: soprattutto Leonardo da Vinci da cui ricava il ciclo “The Last Supper” (l’ultima cena). Realizza anche alcune opere a più mani con Francesco Clemente , il “maledetto” della scena artistica newyorchese. Andy Warhol muore a New York il 22 febbraio 1987 durante una semplice operazione chirurgica.
di Redazione – I miei genitori sono stati a Roma per lavoro in questi giorni ma sono riusciti a trovare il tempo e hanno ovviamente visitato precipitandosi la mostra di Andy Warrol. Quando mi inviavano le foto io a casa pensavo che tanto a giorni partirò per il viaggio di istruzione a Roma e andrò anche io.Andy Warhol, considerato a pieno titolo uno dei più grandi geni artistici del suo secolo, nasce a Pittsburgh (Pennsylvania) il 6 agosto 1928: figlio di immigrati slovacchi di etnia Rutena il suo nome vero è Andrew Warhola. Tra il 1945 e il 1949 studia al Carnegie Institute of Technology della sua città. Si trasferisce poi a New York dove lavora come grafico pubblicitario presso alcune riviste: “Vogue”, “Harper’s Bazar”, “Glamour”. Fa anche il vetrinista e realizza le sue prime pubblicità per il calzaturificio I. Miller.
Nel 1952 tiene la prima personale alla Hugo Gallery di New York. Disegna anche scenografie. Nel 1956 espone alcuni disegni alla Bodley Gallery e presenta le sue Golden Shoes in Madison Avenue. Compie poi alcuni viaggi in Europa e Asia.
Intorno al 1960 Warhol comincia a realizzare i primi dipinti che si rifanno a fumetti e immagini pubblicitarie. Nei suoi lavori compaiono Dick Tracy, Popey e Superman e le prime bottiglie di Coca Cola.