di Anna D’Onofrio, classe 3^I – In questi giorni si parla molto del film di Matteo Garrone “Io, Capitano”. Il film, infatti, è rientrato nella cinquina dei film internazionali candidati all’Oscar. Esso fa parte del genere drammatico/avventura, la sua durata è di poco più di due ore e la lingua originale è il Francese.
“Io, Capitano” tratta di un argomento particolare: l’emigrazione africana verso l’Europa. Narra l’Odissea di due sedicenni senegalesi, due cugini, Seydou e Moussa, che sognano di diventare musicisti in Europa. Per questo motivo tentano il viaggio verso l’Italia, che si rivelerà un percorso drammatico e violento.
Durante il tragitto nel deserto, vengono infatti arrestati e torturati. Seydou riuscirà a uscirne perché inizia a lavorare come muratore e, avendo lavorato bene, verrà liberato. Una volta libero, riesce a ritrovare il cugino che necessita di cure. Per arrivare in Italia, l’unica possibilità è che Seydou guidi una barca secondo le indicazioni di uno scafista.
La traversata in mare trasformerà l’adolescente Seydou nel capitano del titolo e in un uomo.
Oltre alla candidatura all’Oscar, il film è stato premiato al Festival di Venezia, ha ricevuto 1 candidatura a Golden Globes, 2 candidature agli European Film Awards ed è stato premiato a San Sebastian.
L’emozione è davvero tanta perché l’ultimo Oscar assegnato all’Italia è quello de “La Grande Bellezza” nel 2014.
Sarebbe davvero bello avere di nuovo questo onore con un film di grandissima attualità che getta una luce su un dramma che si ripete da anni nei nostri mari con un costo in vite umane sempre più alto, ma che sembra restare sempre in secondo piano.