Gran parte della frutta e della verdura che si trova nei supermercati è giunta in Europa tra il XV e il XVI secolo, dopo che Cristoforo Colombo aveva scoperto l’America. L’esplorazione di queste nuove terre porta all’individuazione di nuovi prodotti rurali, di nuovi animali e, dunque, anche di un nuovo modo di cibarsi.
Da quel momento, grande fu lo scambio culinario tra il Vecchio e il Nuovo continente.
Furono i Conquistadores spagnoli, nel 1521, approdati in Messico, a trovare, al posto dell’oro e dell’argento tanto sognato, una grande quantità di piante sconosciute come il mais, l’avocado, la zucca, il fagiolo rosso, il pomodoro, la vaniglia, la vaniglia, la patata, il cacao e le noccioline; e frutti tropicali come l’ananas, il mango e la papaya.
Il pomodoro, re della dieta mediterranea, in realtà nasce nelle Americhe. La pianta, originaria del Messico e delle Ande peruviane, si diffuse in tutta l’America centrale ed era già consumato dagli Aztechi e dai Maya tremila anni prima dell’arrivo di Cristoforo Colombo. Arrivò in Europa sulle navi dei conquistadores spagnoli con Hernàn Cortès, si diffuse prima nelle repubbliche marinare di Napoli e Genova.
Per lungo tempo il pomodoro fu ritenuto tossico e usato solo a scopo ornamentale per abbellire giardini e parchi, poi si diffuse la notizia che fosse afrodisiaco, tanto da definirlo “pomo d’amore”. Dovranno passare circa due secoli prima di utilizzarlo in cucina, spremuto o fresco o bollito.
In francia bisognerà aspettare ancora di più, addirittura fino alla vittoria di Marengo per considerarlo un ottimo prodotto culinario.
Un altro alimento importato dall’America è la patata. Pensate che 500 anni fa era sconosciuto. Essa è originaria del Perù, Messico e Bolivia, territorio dove veniva coltivata fin dai tempi della civiltà azteca e incaica. Arrivò in europa negli anni ’50 del 1500 ad opera degli spagnoli di Pizzarro, sulla Cordigliera delle Ande.
Fu inizialmente usata per l’alimentazione del bestiame o nelle mense dei poveri, solo dopo due secoli entro nelle corti e fu apprezzata per il suo sapore delicato e per le qualità nutrizionali.
La patata in Europa sostituì la castagna . All’inizio il suo nome era “papa”, ma in Europa la confondevano con la patata dolce delle aree tropicali americane ed era chiamata appunto “patata”.
Nella seconda metà del 500 giunsero in Italia grazie ai padri Carmelitani scalzi; all’inizio si mangiavano solo le foglie che provocavano intossicazione da solanina e per questo era considerata nociva. A causa di una carestia nel 1663 in Irlanda si cominciò ad usare le patate e fu grazie al francese Parmentier Antoine-Augustin che si diffuse perchè fu il primo ad apprezzarne il sapore.
Negli anni successivi fu apprezzata con facilità anche da aristocratici e sovrani.
Un’altra importante scoperta fu il mais. Fu il popolo Maya ad utilizzare per primo questa pianta; essi mangiavano i chicchi essiccati o lessati e furono i primi a macinarli per ricavarne della farina che poi utilizzavano per una rudimentale polenta o per delle tortillas, ma anche per delle bevande.
La ricchezza di questa painta è la capacità di crescere anche su terreni rocciosi. DA documenti arrivati fino a noi, sappiamo che esso aveva un ruolo fondamentale nelle cerimonie rituali di molte civiltà americane; anche Montezuma ne consumava in abbondanza e lo faceva coltivare al suo popolo.
Molto probabilmente il termine “Mais” deriva da “mahiz”, nome dato ad una popolazione indigena incontrata da Colombo sull’isola chiamata Hispaniola.
Colombo lo portò in Europa e ne intuì il valore nutrizionale e la sua versatilità in cucina, quei chicchi dorati furono presto molto richiesti.
La prima regione che si adoperò per la coltivazione del mais fu la Campania, in seguito fu l’Emilia Romagna, così in breve tempo il mais divenne una delle più importanti risorse alimentari per uomini e animali.
Ma l’alimento per eccellenza fu il cacao, chiamato “cibo degli dei”. I primi ad utilizzarlo furono i Maya verso l’anno 1000. Essi lo utilizzavano nell’alimentazione, nei riti religiosi, nella medicina e come sistema monetario per gli scambi commerciali.
Fu sempre Colombo a portarlo in Europa durante le sue varie spedizioni. Alcuni attribuiscono il merito a Cortès, ma in alcuni testi del tempo si racconta che gli indigeni offrirono a Colombo una bevanda al cacao, ma non diede molta importanza poichè non l’aveva gradita molto a causa del suo sapore amaro.
Pare che i frati Domenicani scrissero di aver importato il cacao nel 1544 sotto forma di bevanda chiamata “xocoatl”, derivata dai semi di cacao.
Ma la lista non finisce qui. Altri alimenti arrivati in Europa dopo il 1492 furono: il fagiolo, il peperone, il peperoncino, la zucca, le zucchine, le spezie, la senape, la cannella, i chiodi di garofano, il curry, il coriandolo e la paprika e poi il tacchino, il pesce gatto, la trota iridea e il persico trota.
F. Gamarota- G. Ripoli- L. Sarto- V. De Rosa 2^I