Purtroppo il coronavirus, questo piccolo mostro “invisibile”, non risparmia nessuno, nemmeno i migliori. E’ morto Luis Sepùlveda: viaggiatore, ecologista, regista, attivista cileno ma soprattutto grande scrittore, colui che ci ha insegnato che “vola solo chi osa farlo”.
Lettori di tutto il mondo si sono innamorati dei suoi romanzi, delle sue parole e soprattutto del coraggio e della forza con cui ha saputo affrontare la sua vita ricca e appassionata. Ma la sua forza ed il suo coraggio non sono stati sufficiente a vincere la lotta finale che ha combattutto e perso con il mostro invisibile. La vita di Luis si è spenta lo scorso 16 Aprile in Spagna, nell’ospedale di Oviedo.
Ma per capire il percorso umano di questo grande scrittore, bisogna partire da molto lontano,in Cile. E’ qui,nella cittadina di Ovalle che nasce nell’ottobre del 1949, per poi trascorrere tutta la sua infanzia a Valparaìso con la famiglia.La sua carriera letteraria ebbe inizio ai tempi del liceo, in un modo alquanto bizzarro.A scuola gli assegnarono l’estensione di un tema nel quale si doveva scrivere una storia sull’istruzione. Quel compito finì dal preside che lo giudicò erotico, ma scritto alla perfezione. Fu quel complimento così inaspettato a spingere Sepùlveda ad addentrarsi nel mondo della letteratura.
Da giovane , dopo essersi iscritto a soli quindici anni nelle Gioventù Comunista del suo paese , militò nei primi anni ‘70 nel Partito socialista in patria, fino a diventare una delle strette guardie del corpo di Salvador Allende.
In occasione del colpo di Stato di Pinochet dell’11 settembre 1973, Sepúlveda, che si trovava nel palazzo presidenziale dove fu trucidato Allende, venne arrestato e torturato.
Solo grazie all’intervento di Amnesty International, venne liberato dalle condizioni disumane in cui era stato costretto.
Una volta libero, venne presto nuovamente incarcerato, perché le sue opere teatrali denunciavano la violenza del regime cileno, negli anni terribili dei desaparecidos.Fu condannato all’ergastolo, ma di nuovo intervenne Amnesty e la pena gli venne ridotta.
Nel ‘77, iniziò una serie di rocambolesche peregrinazioni, viaggiando e lavorando in Brasile, Uruguay, Paraguay e Perù . Dall’82 all’87 è stato un attivista e coordinatore di Greenpeace, grazie anche a questa esperienza ha visto tuutto il mondo come membro dell’equipaggio . Solo due anni dopo, poté ritornare nella sua patria d’origine, anche se decise di passare l’ultima fase della sua vita in Spagna.
Era un uomo saggio, una persona realistica, ricca di ideali che descriveva nei sui romanzi. Ha affascinato i bambini e gli adulti di tutto il mondo con storie semplici, favole e fiabe che nascondevano sempre morali importanti.
Ne è un esempio “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”, uno dei suoi romanzi più celebri, per il messaggio di coraggio e di amicizia che trasmette. Il romanzo infatti, scritto con parole semplici e chiare, riesce ad arrivare al cuore di tutti e fa riflettere. “Nessun uccello vola appena nato, ma arriva il momento in cui il richiamo dell’aria è più forte della paura e allora la vita gli insegna a spiegare le ali.”
Altro romanzo che vi consigliamo di leggere, soprattutto in questi giorni così monotoni, è “Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza”. La fiaba spiega quanto sia importante ,ogni tanto, vivere nell’ozio… quel dolce far nulla che a volte può portare alle cose migliori.
Sepùlveda diceva che il suo unico compito in quanto scrittore era semplicemente quello di raccontare una storia interessante, riuscire a trasmettere ed a insegnare qualcosa, ma soprattutto arrivare al cuore del lettore. Guardava infatti con preoccupazione i cambiamenti della letteratura “quando il compito dello scrittore diveniva quello di dimostrare tramite le parole la sua saggezza, la sua grande cultura dimenticando che la cosa fondamentale è raccontare una storia e raccontarla bene”.
La notizia della sua morte, resa pubblica dalla famiglia, ha devastato il cuore di tutti coloro che lo amavano, dei bambini che sono cresciuti con i suoi racconti, dei genitori che leggevano le sue storie ai loro figli.Come non pensare a tutti quei ragazzi che si sono appassionati alla lettura grazie alle sue parole, con il racconto della stramba amicizia di un gatto ed una gabbianella o con l’avventura di una lumaca curiosa di nome Ribelle.
Sepùlveda metteva al centro l’infanzia e così facendo è riuscito a “contaminare” gli adulti con la positività dei bambini: davvero un felice connubio!
Ci ha insegnato a credere nella potenza della lettura, perché chi legge vive nel presente, nel passato e nel futuro. Ed ora è tanto complicato quanto doloroso dire per sempre addio al Maestro.
“Quando muore un amico una forza atroce ci mutila della loro compagnia, costringendoci a vivere con quel vuoto nelle ossa”
Vola Luis,vola….adesso puoi farlo…