//Accendi la mente

Accendi la mente

Articolo tratto da “Le Scienze”, a cura di Telmo Pievani, professore universitario di Filosofia delle Scienze biologiche dell’Università degli Studi di Padova. Rielaborato da Giada Abbondanza, Sveva Convertito, Giulia Polisena e Viola D’Altri A noi persone piace dare sempre la colpa ad altri pensando che noi non abbiamo mai responsabilità. Ci piace pensare che, quando si scatenano alluvioni o avvengono frane, sia colpa della natura. Tendiamo ad essere attratti e dipendenti dai complotti. Questa è la conseguenza di un’involuzione dell’essere umano il quale preferisce attribuire qualsiasi avvenimento disastroso o meno ad una forza soprannaturale. Si parla infatti di post-verità, dove il prefisso “post” indica un’atmosfera in cui la verità è irrilevante e prevalgono le credenze radicate nelle emozioni. Per questo “ci sentiamo a casa”, coccolati dalle nostre scadenti insensatezze. La ricerca scientifica associa questo atteggiamento al legame che si ha con la tecnologia e quindi alla nostra inclinazione a trovare finalità, cause e propositi non solo nelle attività umane ma soprattutto in quelle involontarie e inconsapevoli. Ogni giorno, infatti, il mondo del web è sommerso da un numero incredibile di notizie false che, con ragionamenti persuasivi, generano complottismi convincenti. Già Darwin, autore della teoria dell’evoluzione per selezione naturale, aveva previsto che ci sarebbero volute molte generazioni prima di vincere il potere mentale della visione del mondo creazionista. Secondo un’analisi statistica pubblicata da Pascal Wagner-Egger, la teleologia è infatti il collegamento tra complottismo e creazionismo. Per teleologia si intende la propensione delle persone a trovare una spiegazione o un movente ovunque, anche dove non ci sono. In futuro bisogna sostenere un’educazione scientifica basata sulla logica e sul senso critico e analitico. Bisogna insegnare nelle scuole a non seguire la massa ma a ragionare e analizzare i fatti, piuttosto che basarsi sulle proprie sensazioni o sul “sentito dire”, anche sul web.