di Fuzio Antonio – classe III sez. F
L’espressione “digital divide” è apparsa per la prima volta a partire dalla metà degli anni Novanta negli Stati Uniti a seguito di accurati studi sul possesso di personal computer in aumento solo per alcuni gruppi etnici.
Il “digital divide” si riferisce alle disuguaglianze nell’accesso e nell’utilizzo delle tecnologie della società dell’informazione e della comunicazione. Esso indica la difficoltà di alcune categorie sociali o di interi paesi, di usufruire di tecnologie che utilizzano una codifica dei dati di tipo digitale rispetto ad un altro tipo di codifica e ciò provoca un’esclusione dei vantaggi della società digitale con danni sociali e culturali per chi ne è colpito.
Il 47% della popolazione italiana, secondo alcune stime, ha competenze digitali di base e poco meno del 30% ha invece conoscenze superiori alle minime. Il 37% degli italiani non usa Internet in modo regolare e pochi svolgono attività complesse online.
I motivi di esclusione comprendono condizioni economiche, livello di istruzione, qualità delle infrastrutture e differenza di sesso o età.
Quali i possibili rimedi? Valide le varie ipotesi come il trasferimento tecnologico nei paesi in via di sviluppo e lo sviluppo sul posto di capacità tecniche autosufficienti per la costruzione, il mantenimento e l’estensione di reti wireless a lunga distanza per il trasporto di dati a bassissimo costo da e per luoghi remoti e distanti.
Gli approfondimenti effettuati presso il politecnico di Milano mirano al raggiungimento di due traguardi: favorire il processo democratico attraverso l’accesso di studenti e comunità isolate all’informazione e la comunicazione; creare e diffondere attività economiche autosostenibili.
Risolvere il problema del digital divide è di cruciale importanza in quanto, a seguito della dematerializzazione delle documentazioni e della semplificazione di accesso alle pubbliche amministrazioni, i cittadini devono rivolgersi alla rete per entrare in possesso di certificazioni, effettuare pagamenti o richiedere servizi di ogni genere.
Non è possibile avere ancora aree in cui coperture di banda larga o presenza di personal computer siano pari allo zero.
Si stanno compiendo grandi passi avanti grazie allo sviluppo delle tecnologie che permettono un più ampio raggio d’azione, ma la questione va risolta al più presto con l’aiuto di tutti per ridurre le disparità a livello istruttivo, economico, di opportunità e di carriera.