a cura di Milva Nucciarelli – docente di Lettere – Scuola secondaria di primo grado – “G.Alessi”
80 Minuti di immersione profonda sul tema del “Bullismo in rete”, ma non solo, una discesa nei meandri più oscuri del dolore inferto o subito che lascia attoniti, colpiti con forza e disgustati, è ciò che hanno vissuto le classi prime e seconde della Scuola Sec. di Primo Grado “G. Alessi” il 28 ottobre. Ad accompagnare gli studenti in questa vorticosa ed irrefrenabile pendenza è stato un professionista ed uomo di straordinario spessore: l’ Avvocato Antonio Maria La Scala, noto penalista del foro di Bari, specializzato in diritto penale militare, tributario e della pubblica amministrazione, a lungo presidente nazionale di “Penelope”, associazione di volontariato che si occupa delle famiglie e degli amici delle persone scomparse, ed ora, uno dei fondatori di “Gens Nova”, un’organizzazione che ha tra gli obiettivi e le attività la tutela delle vittime delle violenze.
“Mi occupo tutto l’anno e da decenni, di schifezze” ha tuonato l’avvocato, “visitando tribunali, ospedali ed obitori… ora, questi ultimi li evito, non riesco più a tollerare il pianto di un genitore, mi devasta troppo”. In piedi, (non ha mai smesso di camminare), di fronte ad una platea di ragazzi rapita dal carisma della sua gestualità e dalla sferzante e pungente carica delle sue parole, con voce roca e dall’inflessione pugliese, ha catturato l’attenzione di tutti gli ascoltatori appendendoli a tre imperativi categorici: 1) RICORDA che tutto ciò che si immette sui social, scritti, foto, video.. non si cancella più, diventano proprietà indelebile del cloud di internet. La normativa, tra l’altro, non fa alcun cenno alla parola “cancellare” ma usa tre termini “oscuramento, rimozione e blocco”. 2) NON POSTARE foto, video, immagini personali, ma conservali in una pennetta, non inviarli nemmeno tramite e-mail, perché non esiste alcun sistema di sicurezza che ti tuteli. 3) NON METTERE mai “mi piace” o “condividi” su contenuti violenti, offensivi, imbarazzanti o compromettenti, perché ciò significherebbe aiutare a diffondere, a perpetuare il reato, a rovinare vite.
Ma le sopracitate regole sono state intessute da La Scala con un corollario triste di storie vere, amare, sin troppo dolorose, che vanno dalla bambina bullizzata per una malformazione congenita alla gamba fino alla tragica e commovente morte dei fratellini Ciccio e Tore, uccisi, prima ancora che dalla fame e dalla sete, dall’indifferenza vile dei propri compagni di gioco ed adulti.
Ma cosa distingue un’azione violenta da un atto di bullismo? A rispondere interviene la Legge n.70 del maggio 2024 che evidenzia due elementi: la reiterazione della condotta e l’effetto che produce. In altre parole, se i singoli gesti, o comportamenti (insulti, ingiurie, diffamazione, percosse…) sono ripetute nel tempo, vestono i panni di “bullismo” e ciò che producono sulla vittima sono conseguenze gravi che oscillano dagli stati d’ansia patologici a pensieri autolesionistici o suicidari. Come difendersi o proteggersi? Semplicemente attraverso la comunicazione, parlando con un interlocutore adulto, che può essere il genitore e l’insegnante. La denuncia va eseguita subito, nell’immediatezza, mettendo al bando ogni forma di vergogna o timidezza. La stessa scuola, ha sottolineato la Preside, Chiara Grassi, ha un team di riferimento, a cui ci si può rivolgere in casi di bullismo o cyberbullismo e le segnalazioni riguardano soprattutto la fascia adolescenziale e spesso per casi di inserimenti offensivi nelle chat. Fermare il fenomeno “bullismo” può essere una battaglia invincibile, ma spezzare le catene delle azioni violente si può e per farlo occorre acquisire una “coscienza civica” che viaggia sui binari della solidarietà e dell’aiuto.
L’incontro con l’Avvocato La Scala ha lasciato sicuramente un’impronta indelebile sulla consapevolezza degli allievi, nei quali rimarrà fissa la lezione di un grande maestro, la sua franchezza, i modi diretti ed incisivi del suo linguaggio, l’enfasi e la passione comunicativa, l’indicazione di una etica che si costruisce sin dalla più tenera età. Impresso rimarrà loro il quadro di un’esperienza preziosissima di alto valore formativo, pennellato da un soleggiato lunedì d’autunno.