di Maria Izzo e Alex Ficociello – 4^B-
I Colloqui Fiorentini sono un’attività del nostro Istituto ormai seguita da anni con molta passione e dedizione, anno dopo anno chiunque vi partecipi intraprende un viaggio speciale nella cultura, riuscendo ad immedesimarsi appieno nell’autore. Insieme ai nostri compagni e alla nostra insegnante, abbiamo avuto il piacere di continuare questa magnifica tradizione, seguendo i Colloqui che quest’anno hanno trattato del grande poeta fiorentino Dante Alighieri. Cosa ci hanno insegnato i Colloqui Fiorentini? In che modo lo studio di un autore, in questo caso Dante, ci è stato d’aiuto per la nostra esperienza di vita? Non è presente una risposta univoca per questi quesiti; tuttavia, grazie all’immensa esperienza vissuta, proveremo a portarvi con noi all’interno del nostro viaggio. L’autore non prova con presunzione ad insegnare qualcosa, bensì scrive per renderci partecipi del suo viaggio, e noi, solo leggendo e soffermandoci sui suoi celebri versi, possiamo comprendere la grandezza dell’autore. Dante tratta il bene e il male con stessa importanza, facendoci comprendere che il percorso di vita di ogni essere umano che vuole arrivare al bene vero, deve passare dal dolore. Inserisce il dolore, la sofferenza anche nell’amore. Dante, infatti, non ci racconta solo la parte più bella, più gioiosa del sentimento; egli tratta tutte le varie sfaccettature dell’amore. Ne racconta la passione, l’ardore, la riconoscenza, tratta ogni minima parte con estrema attenzione. Questo raccontare l’amore nella sua complessità, ha fatto sì che riuscissimo a portare i suoi insegnamenti emozionanti nella nostra quotidianità, nella nostra vita. Per Dante la vita è un cammino, un cammino illuminato dall’immediata percezione di allargarsi verso l’orizzonte del destino. Esso è la convinzione di una vita, i cui istanti ci conducono da qualche parte, proprio come il relatore Cristaldi esprimeva durante l’incontro:<<Il nostro destino è la nostra origine>>. In questo modo la “vita” diviene una verità, quasi una scoperta dell’esperienza che si raggiunge soltanto accettando di concepire se stessi in relazione con gli altri. Attraverso la Commedia, affrontata con grande e particolare attenzione, si può evidenziare, infatti, non solo che Dante, personificazione dell’intera umanità, non può raggiungere la beatitudine e la felicità in solitudine, ma anche la grande scoperta che il poeta porta alla luce: il nostro destino di felicità non è quello di sentirci indipendenti, ma soltanto di ritrovarci in una relazione intima con chi ci rende realmente felici; il cammino della vita diviene una ricostruzione dei pezzi frammentati che, uniti, convivendo con le ingannevoli fragilità, formano un’unica realtà, il nostro “io”. Così Dante cerca, riuscendoci perfettamente, un legame che possa condurlo all’unità, evidenziando, in tal modo, le tre parole che lo stesso poeta sente dominanti nella sua intera vita: desiderio, cammino e amore. Il desiderio è identificato come “il motore del mondo” che ci conduce all’amore, proprio come Dante capirà durante il viaggio, ossia che il suo vero desiderio è Beatrice. La conoscenza, forma perfetta dell’essere umano, che conduce tutti al desiderio di sapere, attraverso la Provvidenza divina, rende l’uomo incline alla sua perfezione. Essa ha a che fare con il transumanar, concezione ontologica dell’essere, che fa tendere noi stessi all’amore. Entrambi i termini appena evidenziati portano infine a considerare ciò per cui l’uomo esiste: l’Amore, un’esperienza che apre le porte dell’anima e spalanca il cuore. Proprio in questo modo una donna, una “dritta via”, Beatrice, è per Dante la forma perfetta, la luce che traspare il suo spirito e non solo; essa svela al grande poeta cosa significhi amare, cosa significhi conoscere e cosa significhi desiderare. È lei il centro gravitazionale da cui traspaiono in maniera perfetta la verità, l’amore, la bellezza e la coscienza. Con lei l’Alighieri percorre il suo cammino di unità tanto desiderato e ricercato. Lei è colei venuta dal ciel a miracol mostrare, una perfetta guida che presenta Dante come un uomo che, nella visibile difficoltà, fa dell’amore una forza irresistibile che eleva l’uomo alla felicità eterna. Per concludere, con la speranza che, questo particolare periodo termini presto, vi auguriamo di poter partecipare all’esperienza dei Colloqui Fiorentini e di poter visitare, con la curiosità che è propria di ogni ricercatore della bellezza, la meravigliosa città tanto cara a Dante: Firenze.