a cura di Betti Damiano – II A – scuola Secondaria di I grado –
Francesca de Andruccio, era la figlia di un commerciante di animali da cortile e volatili, da cui tutti andavano a prendere galline, palombe, piccioni.
Si diceva in paese che le uova delle sue galline fossero le più buone per fare la pasta e che la carne delle sue palombe e dei suoi piccioni fosse la più tenera da mangiare per le feste; il brodo dei suoi capponi era il più saporito di tutto il contado di Assisi.
Francesca, la figlia, aveva altre idee in testa, voleva studiare e diventare levatrice, anche se in paese tutti pensavano che una donna dovesse stare a casa a fare la moglie, madre e contadina.
Il padre Andruccio credeva nelle doti della figlia, così decise di darle tutti i suoi denari per realizzare il suo sogno, ma non bastavano. Così dovette vendere molti oggetti, ed altri darli in pegno ai monti di Pietà sperando di poterne ricavare, in cambio, una buona somma.
Così Francesca, tra tutti gli oggetti, decise di portare al banco dei pegni anche una gabbia da palombe, non sapendo che valesse solo due bolognini.
Per fortuna il padre riuscì, con tutti i suoi averi, a pagare lo stesso l’istruzione per sua figlia, così Francesca poté diventare levatrice anche grazie a quella vecchia gabbia di palombe.