a cura di Erica Kumbil –  classe V  – Scuola primaria F.A. Frondini – Sono d’accordo con chi dice che siamo “tutti uguali e tutti diversi”, che non dovremmo discriminare nessuno per il suo aspetto o la sua cultura, io non lo faccio. Tre anni fa, quando sono arrivata in Italia ero tanto triste, pensavo che non mi sarei trovata bene. Con il tempo ho cambiato idea, tutto brillava di una luce nuova, e questo è successo anche grazie alle maestre e ai compagni di scuola che con me erano sempre gentili e accoglienti. Poi questa luce diventò più flebile quando mi accorsi che alcune persone mi prendevano in giro per il colore della mia pelle che io ritengo unico e meraviglioso. Mi chiamavano “negra” e quando lo dicevano io avvertivo tanto disprezzo. Spesso ho pianto, avevo perso la mia tranquillità. Fingevo di essere tranquilla ma non lo ero affatto. Andavo a scuola normalmente ma alcuni continuavano a deridermi. Un giorno, durante una discussione con una compagna, decisi di sfogarmi, dissi che non riuscivo più a tollerare quelle parole e che il mio unico desiderio era quello di tornare in Africa. La mia amica mi consolò, disse che dovevo trascurare chi usava quelle parole con me, disse anche che ero bellissima così come ero. Con il tempo trascurai le parole che mi rendevano triste e piano piano smisero di usarle. Anche ora capita che qualcuno mi prenda in giro ma io li trascuro, vado avanti. Mi sento meglio, più serena, e questo grazie alle maestre ed ai compagni di classe che so che mi vogliono bene. Mi ricordo ancora uno dei giorni più belli che ho trascorso con i miei amici, il primo giorno di scuola. Non scorderò neanche il giorno che sono corsa incontro alla maestra Fulvia dicendole: “Maestra, ho imparato l’italiano!”: questo resterà uno dei momenti più belli della mia vita. Alla maestra devo tanto, la renderò orgogliosa di me e metterò a frutto il suo insegnamento. In realtà devo molto a tutte le maestre e a ognuno dei miei compagni, loro sono super! Vi vorrei ringraziare tutti perché mi avete insegnato tanto e quello che so è anche merito vostro.