di Nicolas Iacomucci – 3^A
Nell’anno 2020, appena passato, abbiamo vissuto qualcosa di mai visto prima d’ora.
Sicuramente il 2020 verrà ricordato come uno degli anni peggiori nel corso dell’umanità a causa del coronavirus.
Questa pandemia ha bloccato tutto il pianeta, fermando l’economia, l’istruzione, la socializzazione e creando notevoli problemi nell’ambito della salute pubblica.
Il 2020 ha portato con sé altre brutalità che la pandemia ha mascherato.
In effetti sono successe cose ugualmente terribili, spesso passate in secondo piano.
Se anche tu pensi che ci siano stati altri problemi, forse condividerai la mia ipotesi che il virus sia un disastro gravissimo, ma non unico.
In questo 2020 in Amazzonia ci sono stati oltre 30 mila incendi solo nel mese di Agosto; in Bolivia nella regione di Santa Cruz sono stati 3,5 milioni gli ettari distrutti, e oltre 4000 le famiglie colpite dagli incendi, per non parlare delle innumerevoli specie animali obbligate a lasciare il proprio habitat.
A causa della deforestazione l’Amazzonia sta perdendo una superficie equivalente a 3 campi da calcio al minuto.
La foresta amazzonica trattiene tra i 140 e i 200 miliardi di tonnellate di carbonio: le foreste pluviali svolgono un ruolo fondamentale per contrastare il cambiamento climatico e senza la loro presenza rischiamo di perdere dal 17% fino al 20% di acqua potabile nel pianeta.
Sempre nel 2020 in California c’è stato uno fra gli incendi peggiori degli ultimi 50 anni che ha devastato una superficie pari a tutta la regione Umbria; i livelli di monossido di carbonio hanno superato di 10 volte il normale.
Ancora: in questo anno la temperatura globale si è alzata di +1,3 gradi rispetto all’era preindustriale.
La temperatura media del pianeta in ogni giorno del periodo 2020-2024 rischia di aumentare di almeno 1 grado portando ad un collasso ecologico.
Questi sono alcuni dei drammi di questo 2020: la popolazione mondiale sta vivendo carestie, scontri civili, guerre di potere e altro ancora.
Forse nel 2021 potremo dire addio al covid-19 ma non alle guerre, al surriscaldamento globale, alle carestie e al pianeta devastato dall’uomo.
Ho deciso di affrontare questi temi, perché non se ne parla spesso, pur essendo temi più vicini a noi di quanto si pensi.