Cos’è la libertà. La libertà di ogni persona al mondo, di ogni bambino, di ogni vecchietto. Non vuol dire fare quello che pare e piace, non vuol dire poter pensare: “Mah, sono libero, posso non andare a scuola e mio padre può non andare a lavorare…”, no. Libertà vuol dire, questa è la mia opinione, rimanere puri. Puri come l’aria che respiriamo, puri come l’acqua che beviamo. Non imprigionati in quello scatolone di cemento armato e sbarre d’acciaio durissime che è la prigione. Ma libertà non vuol dire solo non essere detenuti ad Alcatraz, significa anche non infrangere la libertà d’altri, e gli altri non infrangeranno la tua. Ad esempio, non si è liberi di insultare chi ci sta antipatico o chi riteniamo essere brutto, poco intelligente o inferiore, perché, se lo si fa, viene infranta la libertà di non essere insultato e quella d’ignorare di chi è stato insultato. Oppure, non possiamo tirare un pugno a qualcuno di colore solo perché è diverso. O ancora, non possiamo giudicare che alcuni non sono alla nostra altezza perché siamo troppo presuntuosi. Questa non è libertà. Come non era libertà quando io venni insultato da un bambino (non faccio nomi), più piccolo di me oltretutto, perché diceva che “gli stavo antipatico”. Mi insultava se giocavamo a badminton o a pallavolo, mi insultava se dicevo qualcosa di spiritoso, mi insultava se mangiavo più di due pezzi di salsiccia. Mi insultava per ogni cosa che facevo.
Mi è capitato anche di venire insultato da un mio amico perché copiava i miei compiti. Fu in terza elementare. Lo ricordo come fosse ieri: stavamo facendo una verifica scritta di matematica e scoprii solo dopo un po’ che c’era l’amico dietro di me che copiava le risposte. Io lo dissi al maestro, che lo sgridò, e poi il mio amico mi disse: “Brutto spione! Sei solo uno stupido! Io ho il diritto di fare ciò che voglio!”. Non dimenticherò mai il fortissimo calcio che diede al mio zaino. Il diario saltò fuori. Lui disse che ero io ad averlo privato della libertà, ma so benissimo che avevo ragione io. Questa non era libertà. E non sono stati gli unici episodi in cui ne sono stato privato. Alcuni mi capitano addirittura ogni giorno! Tutti i miei amici dicono che sono antico perché ascolto musica anni ’60-’90. così non mi si priva solo della libertà di non essere insultato, ma si cerca d’attentare anche alla mia libertà di ascoltare ciò che voglio. Questa non è libertà. Come non c’è libertà in questo periodo. Fra Covid-19 e malattie varie c’è sempre di mezzo il lock-down. Conseguenza? A scuola non si può andare. In piazza non si può andare. In vacanza in altre regioni non si può andare. Ecco, questo periodo porta alla privazione della libertà dell’andare a scuola, della libertà allo studio, della libertà dell’uscire con gli amici, della libertà al riposo che viene solo tre mesi all’anno. Questa non è libertà (e non è normale). Quando mi riposo dopo aver fatto i compiti, ecco, quella è libertà. Io ho il diritto di potermi riposare dopo aver finito il dovere di fare i compiti. Quando gioco al computer dopo aver svolto commissioni, quella è libertà.
Mi si chiedeva cosa è la libertà. Come rispondere a una così complessa domanda filosofica? Proprio non lo so. Credo che la libertà mi permetta di non saper rispondere.
Daniele Maggi
Classe 1ͣ B
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