di Giorgia Di Pietro, 3E
Era mattina, il sole splendeva e i suoi raggi invadevano la mia stanza.
Mi stavo preparando per andare a scuola quando ad un tratto, sollevando la testa, il mio sguardo cadde sulla mia immagine riflessa nello specchio. L’immagine sembrava sfocata, così per vedere meglio mi avvicinai e fui risucchiata al suo interno.
Mi ritrovai in un labirinto dalle pareti bianche, iniziai a camminare e non capivo cosa stesse succedendo e allo stesso tempo ero terrorizzata: mi sembrava di essere bloccata in un circuito maledetto e non sapevo se mai ne sarei uscita.
Non so da quanto tempo stessi camminando senza meta quando, ormai sfinita, decisi finalmente di fermarmi, mi girai e con la forza della disperazione provai a correre nel verso opposto. Ero turbata e disperata al solo pensiero di dover rivivere all’infinito quella situazione. In preda ad un misto di sentimenti, sentii un fievole ticchettio di orologio, provai a seguire quel suono e mi accorsi che diventava sempre più intenso.
In lontananza una figura indefinita, guardando un antico orologio da taschino, mi disse a gran voce: ” Il tempo è scaduto ! “.
La mia vista si fece più offuscata e tutto fu risucchiato da un forte vortice.
Ancora oggi non so cosa sia successo ma mi ritrovai in classe nel bel mezzo del compito di matematica.