Rosa Puzziferri –Tanto tempo fa, disperso nel giallo ocra del deserto, si intravedeva, una macchia verde che variava in tante tonalità da un verdognolo a un verde molto acceso paragonabile a quello dell’ erba.
In questo magnifico bosco saltava agli occhi un enorme albero chiamato dagli abitanti del villaggio del deserto “ Skycroo”.
A proposito degli abitanti, questi erano molto alti ed erano molto curiosi ogni giorno vivevano una nuova avventura in cerca di nuovi posti.
Torniamo a Skycroo il maestoso albero grande e ricco di foglie ,brillanti e lucenti . Alle sue spalle solo luce e buio. Il cielo appariva diviso a metà: la parte buia e scura illuminata dalle stelle e dalla luna bianca splendente e l’altra zona invece con un magnifico tramonto dai colori caldi e luminosi . Nel tronco di Skycroo c’era una piccola porticina in legno da cui s’intravedeva una scalinata e una luce abbagliante .Tra i cespugli si intravedeva un passaggio segreto nascosto da rami secchi.
Dove porterà mai quel passaggio?
“Guardate ! Guardate!” Una voce strillante si sentì in lontananza.
Era quella del più piccolo abitante del villaggio “ Cimpy ” un bambino indiano, scuro di carnagione e riconoscibile dai suoi codini di riccioli simili a due cespugli.
Dietro Cimpy una tribù: era quella della sua numerosa famiglia sempre in cerca di nuovi posti e nuove avventure d’ affrontare.
“Finalmente! Era una vita che lo cercavo ,finalmente l’ho trovato!”
Era una voce tremolante e rauca l’opposto di quella di Cimpy. Era quella del più anziano del villaggio “Zuzin ”,il capo tribù.
Zuzin era molto basso anche per la schiena incurvata, il viso allungato con molte rughe e degli occhi a mandorla azzurri che davano luce a quella tonalità di pelle molto scura , indossava una semplice casacca di lino, bianca come le nuvole , dei sandali di cuoio e portava con sé sempre il suo bastone d’ oro su cui si reggeva e che tutti chiamavano “Tricroo” nessuno osava avvicinarsi .
Zuzin era felicissimo di aver trovato quell’ albero enorme ,ma lui sapeva già la storia e il suo nome. Non ci pensò due volte, entrò nella porticina in legno e all’ interno di essa , tutto era fatto di un legno pregiato.
“ Avanti , andiamo!” Gridò Zuzin , tutta la tribù lo seguì anche Cimpy . Il vecchio Zuzin era davvero emozionato e accanto a lui c’ era Binzum , il suo fedele compagno nonché suo figlio che sapeva perfettamente ogni piano del suo papà .
“Binzum, lo sapevo che questo momento sarebbe arrivato!”
“Sono felicissimo ,finalmente abbiamo trovato la pace!” ribattè Binzum.
Attraversando quelle scale la luce abbagliante diminuiva sempre più fino a raggiungere il buio totale. Piccole luci quasi come stelle facevano intravedere qualcosa, ma andando avanti Zuzin lanciò un urlo: “ Aiutoo!”
D’istinto Binzum lo seguì, ma cadde in un burrone insieme al suo papà.
I due molto spaventati si trovarono in una caverna, buia e spaventosa con pipistrelli che rendevano l ‘atmosfera ancora più cupa . In lontananza Zuzin vide delle sagome nere volanti , avvolte da una maschera bianca erano gli strappa anime.
“Scappa , Scappa!” gridò Zuzin. Ormai era troppo tardi lo avevano già intrappolato.
“ Prendi Tricroo, grida la parola d’ordine , un codice apparirà poi il destino ti seguirà !”Furono queste le sue ultime parole.
Asciugandosi l ‘ultima lacrima, Binzum prese Skycroo e scappò via. Si ritrovò davanti un ‘enorme cancello grigio tecnologico, gridò la parola magica e la porta si aprì. Era in una stanza magnifica e luminosa completamente verde smeraldo e l’unico punto di salvezza era un teleport: un’enorme sfera completamente dorata con tantissimi segni strani senza alcun significato nelle insenature. Subito guardò Skycroo, su di esso erano apparsi alcuni simboli che erano presenti sulla sfera. Binzum toccò ogni simbolo. La sfera incominciò a ruotare sempre più veloce fino a quando una luce bianca, abbagliante simbolo di libertà, trasportò Binzum e tutta la tribù in un luogo fantastico, immerso completamente nella natura ,nel verde splendente degli alberi , nel rumore del fiume, nei colori dei fiori, negli animali selvaggi, nella pace.
“Ragazzi Zuzin è morto per donare a noi la pace. Onoreremo questo posto e lo chiameremo Zuzimcroo”.
Col tempo tutto si sistemò e la tribù dedicò lui una statua .
L ‘ albero Skycroo era avvolto ora da un magnifico cielo azzurro come il mare limpido, la parte buia era scomparsa e la porticina era aperta, ma la luce gialla e luminosa che appariva non c’era più.
Chi sarà ad affrontare per la seconda volta Skycroo?