Lo stretto di Bering è uno stretto marino che divide l’Alaska (Stati Uniti) dalla Siberia (Russia), cioè il continente asiatico da quello americano. Ha una larghezza di circa 82 km ed una profondità che varia tra i 30 ed i 50 metri, e mette in comunicazione l’oceano Pacifico con il mar Glaciale Artico.
Normalmente si presenta gelato fino a marzo, dall’Alaska fino alla Penisola della Kamchatka e, secondo gli storici, è stato proprio questo che nel passato ha dato la possibilità ai nativi d’America di passare dal continente asiatico a quello americano e viceversa.
Nel corso dei secoli infatti ai nativi d’America sono stati attribuiti nomi differenti, quali Indiani, Amerindi, Indios, Aborigeni americani, Pellirossa; gli antropologi hanno classificato queste popolazioni a seconda delle aree geografiche in cui vivono e in base a determinati tratti culturali. Alcuni, tra i nativi, sopravvissero all’impatto con i popoli occidentali, anche se con enormi difficoltà, e continuano ancora oggi a ritagliarsi angoli di pace in apposite riserve, altri vennero totalmente distrutti dall’uomo bianco che colonizzò il loro territorio.
A partire dalla fine del XIX secolo si iniziò ad osservarne le ricchissime tradizioni dei nativi mentre, nei decenni più recenti, gli studi hanno riguardato anche la genetica di queste popolazioni che per secoli hanno vissuto in isolamento.
Sono numerosi gli studi a riguardo; negli ultimi tempi, accurate analisi hanno dimostrato che le popolazioni amerindie nascosti all’interno del loro patrimonio genetico un segreto per rispondere ad una domanda: da dove provenivano quegli uomini?
È noto che i primi uomini che misero piede sul continente americano passarono attraverso lo stretto di Bering: popolazioni asiatiche giunsero in diverse ondate migratorie nell’estremo nord e, da lì, si diffusero in tutto il territorio separandosi in numerosi gruppi all’incirca 12 000 anni fa, quando l’Alaska e la Siberia dovevano essere collegate da un istmo indicato come Beringia che funzionò da ponte tra i due continenti durante le glaciazioni. Secondo altri studiosi i flussi migratori giunsero via mare attraverso lo Stretto di Bering circa 40 000 anni fa.
Proprio in mezzo allo stretto di Bering troviamo le Isole Diomede, due terreni rocciosi che spuntano nel gelido confine tra l’estremo oriente russo e l’Alaska, punta occidentale degli Usa.
La Piccola Diomede appartiene amministrativamente agli Stati Uniti, mentre la Grande Diomede sul lato occidentale appartiene alla Russia.
I due Stati distano solo 3 km l’uno dall’altro ed è il punto più vicino tra Asia e America, tanto che durante le ere glaciali lo stretto, ghiacciandosi, emergeva dall’acqua creando un vero e proprio ponte tra i continenti chiamato Beringia.
Scoperte intorno alla metà del XVII secolo, vennero esplorate definitivamente circa due secoli più tardi sotto l’Impero Russo che nel 1867 vendette agli Stati Uniti, oltre all’Alaska, anche la Piccola Diomede.
La particolarità di queste due isole sta nel fatto che nel lembo di mare che le separa passa la linea del cambiamento di data: sulla Diomede Russa si ha il fuso orario UTC +12, mentre sulla Diomede americana c’è UTC -9. Questo ha portato i due continenti a differire di 21 ore da un’isola all’altra.
M. Miceli