di Mazzuccato Leonardo Classe 1^ B . – Questa era la domanda che mi ero posto quando si era all’inizio dell’epidemia in quanto i dati del contagio erano molto contrastanti e ancora non si capiva bene perché si verificavano pochi casi che coinvolgevano i bambini.
Lunedì 15 giugno entreremo nella Fase 3 per gli effetti del DPCM dell’11 giugno in cui vengono disposte le nuove misure per fronteggiare l’emergenza sanitaria da Covid – 19 per le ripartenze delle attività produttive industriali e commerciali, le quali sono tenute al rispetto del protocollo condiviso per contrastare e contenere la diffusione del virus nei luoghi di lavoro. Le stesse misure di informazione e prevenzione sono anche estese al personale sanitario, alle pubbliche amministrazioni, alle Scuole, alle aziende di trasporto pubblico non soltanto dei territori regionali ma per l’intero territorio nazionale.
La condizione generale dell’epidemia risulta ormai essere contenuta e a bassa criticità poiché si registrano ogni giorno pochi casi dell’infezione anche se bisogna mantenere alta l’attenzione e il rispetto delle normative, che prevedono ancora il distanziamento fisico e l’igiene costante e accurata del lavarsi le mani. In un momento di riflessione durante le precedenti Fasi era emerso da qualche informazione che i bambini erano stati colpiti molto poco dal virus. Mi ero chiesto e ho cercato di capire perché i bambini potevano andare a giocare al parco e dovevano rimanere a un metro e mezzo di distanza. Tale considerazione era dovuta al fatto che i bambini non si devono distanziare ma si devono unire con l’amicizia. Finché si è piccoli si deve approfittare a non restare chiusi in casa. Potete immaginare un bambino di cinque anni che ha bisogno di muoversi e di spazi aperti, che vuole andare fuori a giocare con i suoi amici e invece non può perché se lo fa si deve mettere la mascherina e i guanti che alcuni li hanno anche ritenuti alquanto inutili.
Queste mie riflessioni sono state poi appagate perché dei dati che erano successivamente pervenuti dalla Cina dimostravano invece che i minori di 18 anni potevano anch’essi contrarre il virus con un tasso comparabile a quello degli adulti anche se, dopo essere stati infettati, proprio i bambini avevano probabilità minori di ammalarsi gravemente. Gli studi sull’epidemia ha fatto registrare molti decessi di persone anziane perché oltre al virus avevano anche altre malattie che combinandosi e unite insieme al dannoso agente patogeno hanno contribuito ad un maggiore indebolimento della capacità immunitaria degli anziani per combattere le malattie respiratorie. Per tali dati credo che le misure adottate da Giuseppe Conte e lo staff del comitato sanitario nazionale, che con i vari DPCM hanno cercato di tutelare tutti i cittadini ma anche e soprattutto i bambini che sono coloro che un domani dovranno portare avanti la ‘nostra nazione’.