Il 23 maggio viene celebrato l’anniversario della strage di
Capaci, per ricordare uomini che hanno sacrificato
la propria vita per combattere un sistema corrotto. Omertà e
silenzio sono sempre state delle fonti di nutrimento della mafia,
meglio nota come “Cosa nostra”. Questo per anni ha portato la
Sicilia ad essere conosciuta in tutto il mondo solo per questo
aspetto nefasto, finché il sacrificio di uomini come Falcone e
Borsellino ha diffuso tra la gente il bisogno di sentirsi liberi
dal crimine. Ciò, come ha detto in questi giorni in un messaggio
il Presidente Sergio Mattarella, ha rovinato il progetto dei
mafiosi che credevano di spaventare e fermare la gente e, invece,
hanno creato una rabbia tale che ha spinto il popolo al
cambiamento. Borsellino diceva: “È normale che esista la paura,
in ogni uomo, l’importante è che sia accompagnata dal coraggio.
Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, altrimenti diventa un
ostacolo che impedisce di andare avanti. Il vigliacco muore più
volte al giorno, il coraggioso una volta sola”. Questi sono principi
che dovrebbero essere sempre applicati durante la vita perché
essere corrotti è facile, ma opporsi significa fare la differenza.
Rebecca Benvegna, classe IIM
(Per la rubrica “Una finestra sul mondo“)
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