a cura di Samuele Vallone – classe III/A – scuola secondaria di I grado –
5 aprile 2020
Caro diario,
oggi è stata una giornata molto faticosa, abbiamo preparato le torte al formaggio per la Pasqua. Accidenti, ma chi lo avrebbe mai detto che dietro una bella profumosa torta al formaggio ci fosse tutto questo lavoro? Un continuo impastare e aspettare la lievitazione. Aspetare che la pasta lieviti è un po’ come essere costretti a riflettere sulle cose. Se ti va bene e sei impegnato lievita e non te ne accorgi, ma se non hai niente da fare ecco che aspetti e pensi.
Può essere una cosa positiva, magari trovi la soluzione a dei problemi, ma quando come me oggi… aspettavo la pasta lievitasse la prima volta ed ero così stanco che mi sono messo a ripensare a questo virus e a tutto quello che sta succedendo nel mondo.
Veramente mai come questa volta mi sembra esatta la frase che i soldi, la fama e la ricchezza non rendono immune nessuno.
In questi giorni ho visto passare delle immagini ai telegiornali che mi hanno rattristato molto. La prima è stata vedere i mezzi militari che portavano via i morti dagli ospedali.
Un silenzio impressionanti e un dolore al cuore quasi lacerante, mi sono sentito fragile e indifeso quando ho visto quelle immagini e vedere i miei genitori preoccupati, sconvolti, impauriti mi ha fatto capire quanto veramente siamo esposti al pericolo fisico di ammalarci e nel peggiore delle ipotesi morire.
Mia madre che dall’inizio della quarantena continua a ripetere come un mantra “la priorità in questo momento è restare vivi” mi è sembrata vera quanto impressionante.
Di solito le cose brutte per quanto paurose mi sembrano molto lontane, ma questa volta questo virus lo sento e mi sembra quasi di toccarlo. Non mi piace. Non mi piace affatto.
Tutto questo mi riporta indietro a quando è morto lo zio, lo stesso senso di impotenza, di disperazione, la stessa certezza che nessuno di noi avrebbe potuto cambiare le cose. Quando ci penso mi viene ancora un nodo alla gola.
Anche vedere il Papa così triste, curvo e vecchio mi ha messo tristezza. Lui che è sempre così propositivo, allegro, sorridente. Vederlo in quella piazza deserta, la pioggia, le luci blu delle auto delle polizia…. A pensarci bene sembrava che un regista, uno sceneggiatore da premio oscar avesse studiato la scena per dare più emozione e impressione agli spettatori. Ed è stato davvero impressionante. Lo sceneggiatore ha fatto bene la scena. Resterà nella memoria di tutti come un film da premio oscar.
E’ strano prepararci alla Pasqua con questo stato d’animo. Di solito venivano a trovarci gli zii, passavamo dei giorni tranquilli in famiglia dividendoci tra le funzioni in chiesa, le tavole imbandite e le gite brevi al lago o in qualche città. Invece quest’anno saremo solo noi, nella solitudine più totale, chissà magari potrà essere una buona occasione per parlare e avere più tempo per noi senza essere costretti a seguire il solito ritmo frenetico della festa, le uscite e gli orari da rispettare.
Comunque mentre eravamo a tavola di comune accordo abbiamo deciso di vedere solo un telegiornale al giorno, possibilmente a pranzo e la sera un po’ di chiacchiere, la mamma ha deciso di leggerci un libro e condividerlo con noi, mi piace quest’idea. Speriamo sia un bel libro.
P.S. quest’anno niente gara di dolci, che peccato. Niente voti tra i cannoli siciliani del nonno, la pastiera della zia Enza e la ciaramicola della mamma. Ormai era diventato un rito di famiglia.