//DAD: INCONTRO IN VIDEOCONFERENZA CON L’AUTORE DANIELE ARISTARCO

DAD: INCONTRO IN VIDEOCONFERENZA CON L’AUTORE DANIELE ARISTARCO

di | 2020-04-28T22:22:09+02:00 28-4-2020 22:22|Alboscuole|0 Commenti
Il giorno 23 aprile la mia classe, la 2^ C, insieme agli alunni della classe 3^ D, unitamente alle insegnanti di Italiano, le professoresse Maria Dimiccoli e Stefania Laurora, ha avuto l’occasione di incontrare Daniele Aristarco, autore dei libri “Io dico no” e “Io dico si”, letti da entrambe le classi. A dire il vero non è la prima volta che io e i miei compagni di classe incontriamo Aristarco e come sempre si è mostrato molto disponibile e ha risposto con entusiasmo a tutte le nostre domande, anche a quelle più personali. Ci ha raccontato che sin da bambino aveva il desiderio di scrivere.  Mi ha colpito quando ha detto che “E’ stata la passione per la scrittura ad averlo scelto” una passione che col tempo è cambiata, maturata. Quando era piccolo scrivere era quasi un gioco per lui, poi crescendo si è accorto che quando scrive parla sempre un po’ di sè e ha detto: “Mi sento vivo, sento il desiderio di raccontare e raccontarmi agli altri e non solo a me”. E questa sua passione poi ha incontrato anche il teatro. Rispondendo alla domanda della mia amica Virginia ci ha confessato che quando scrive per noi ragazzi pensa sempre a due autori Gianni Rodari (con cui dà inizio al libro “io dico sì”)  e Primo Levi. Ha detto che, anche se sono due autori molto diversi tra loro, entrambi gli hanno insegnato qualcosa: il primo a raccontare storie chiare e facili da capire, il secondo l’importanza della memoria. Questo è importante visto che lui sente il bisogno di comunicare con i ragazzi, riconoscendo che “Questa è una cosa complessa, una sfida in più per uno scrittore”. Rispondendo al mio compagno di classe Andrea ha detto che l’idea di scrivere come professione è nata proprio confrontandosi e interagendo con i ragazzi quando era un insegnante. Quando scrive un libro la fonte di ispirazione sono proprio le domande poste dai ragazzi durante gli incontri. Ci ha infatti confessato che durante la presentazione del testo “Io dico no” una ragazzo gli ha detto: “…ma anche i sì sono importanti”, così gli è venuta l’idea di scrivere anche il libro “Io dico sì”. Un testo che gli è piaciuto tanto scrivere perché, raccontando dei vari personaggi, ha capito che quando un uomo capisce cosa è importante nella sua vita, allora deve spendere tutto se stesso per questa cosa. Mentre ha dovuto ammettere che è stato più complicato scrivere “Io dico no” ma allo stesso tempo appassionante, perchè per ogni racconto ha dovuto usare formule diverse per raggiungere il risultato che si era prefisso. Rispondendo al mio compagno di classe Idilio ha detto che per dare una risposta alle domande difficili che noi ragazzi gli poniamo per questioni veramente importanti, ha seguito un corso di filosofia. E così è nata l’idea del suo ultimo libro “Corso di filosofia in tre secondi e un decimo” . E’ un uomo molto colto, prima di scrivere un nuovo libro si informa, legge biografie e autobiografie dei personaggi, tanto che gli sembra di conoscerli; prende appunti a mano e poi non fa un riassunto ma parte da un momento della vita di questi personaggi che più lo ha colpito per poi iniziare il suo racconto. In altri casi, invece, come per i libri “Io dico no” ed “Io dico sì” la scelta dei personaggi viene solo dopo la scelta dei no e dei sì che vuole affrontare. E’ così che ha scelto il personaggio di Rosa Parks, uno che più lo ha emozionato perché gli ha fatto capire che “Tutti abbiamo un ruolo importante nella società”, perché lei, una donna semplice di 42 anni, pur non essendo un supereroe ha deciso di non sottostare ad una regola ingiusta:“Con un gesto di una bellezza unica e al tempo stesso così chiaro che tutti scendono in piazza per sostenerla”. Rispondendo ad una domanda del mio amico Savio, Aristarco ci ha anche detto che, pur non avendo particolari abitudini quando scrive, ogni libro ha una sua colonna musicale che lo accompagna per tutta la scrittura del libro. Molto profonda la sua riflessione sui duri giorni che stiamo vivendo. Ha detto che è vero che ci hanno privati della libertà, però in questo periodo lui non considera questa privazione un’ingiustizia ma una necessità supportata dalla speranza che tutto presto finirà e potremo ritornare al nostro mondo. Sicuramente fanno riflettere le sue parole: “Leggere un libro è un po’ come scriverlo” perché tramite la lettura facciamo nostro il pensiero dell’autore immedesimandoci nel suo racconto. E’ stata veramente un’occasione piacevole, in questo periodo di distanza dagli altri, discutere e chiacchierare con semplicità con un grande scrittore per ragazzi e quindi interagire con una persona estranea alla nostra quotidianità. Se si dovesse ripetere un altro incontro, di certo sarebbe una grande opportunità per noi alunni.   Vincenzo Vignola Classe 2^ C