a cura di Trasacco Gabriele – classe I/A – secondaria di I grado –
Dal giorno 5 marzo la scuola è stata chiusa a causa del corona virus, che ha fatto ammalare molte persone. Il presidente del consiglio Conte ha stabilito regole precise per non farci contagiare e ha fatto chiudere quasi tutte le attività : tutti noi dobbiamo rimanere in casa per far finire questa epidemia. I primi giorni sembrava quasi una vacanza dalla scuola, invece non è affatto una vacanza: è una situazione brutta , muoiono molte persone, non si può uscire, la vita è tutta cambiata. In casa abbiamo cercato di darci un ordine nel fare le cose , perché dobbiamo fare tutto negli stessi spazi. Lo studio mi tiene molto occupato,anche se la mattina non vado a scuola. Casa mia, non è molto grande , abbiamo organizzato delle “postazioni-scuola”: postazione mamma , postazione Gabriele, postazione Alessia…..libri, quaderni, stampante in pole position, i caricabatterie da tenere sempre a portata di mano…
La mattina mi collego al registro elettronico e vedo quello che si deve studiare , lo scrivo su un quaderno per ricordarmi quello che devo consegnare. Non ho molto tempo libero ,in realtà, ma il pomeriggio faccio una pausa per vedere Rex su canale 25: parla di un cane-poliziotto che aiuta il suo padrone, un poliziotto, a risolvere i casi. È un cane eccezionale e intelligentissimo.
La sera , dopo cena, invece facciamo lo “scopone scientifico”: che ridere!! È un gioco a carte, la scopa, ma si gioca in quattro, a coppie. Io faccio coppia con papà, mamma con mia sorella Alessia.
Bisogna stare attenti a non far fare scopa agli avversari, quindi ricordarsi le carte che sono uscite e capire cosa hanno gli altri in mano. Se per errore si fa fare scopa, si può innescare quella che mamma chiama “ una passata esemplare” cioè una serie di ,scope una dopo l’altra. A volte ci arrabbiamo con il nostro compagno se ha giocato male. Alla fine vince chi arriva prima a 21. Se tutto va bene ci facciamo quattro risate , sennò bisogna raccogliere le carte dal pavimento dopo che qualcuno le ha fatte volare…
Di solito questo gioco lo facevamo al mare, al tavolino del bar. Spero di tornare presto a giocarci all’aperto, magari in occasione di un pic-nic.