di Sofia Cazzella – #omaggioarodari #storienellavaligia #andratuttobene –
In una casa di campagna c’era un bicchiere usato come porta penne. A Bicchiere però non piaceva proprio questa cosa, perché da piccolo era successo che, mentre era accanto alla sua mamma, cadde per il peso delle penne e sua mamma, nel tentativo di salvarlo, si ruppe in mille pezzi. Quel ricordo lo terrorizzava tanto che ogni volta che qualcuno lasciava una penna dentro lui borbottava :’’ Levati da qui, stupida penna!!” la penna rispondeva: “Mi scusi ma non è colpa mia, non ci sono finito da solo qui dentro, vorrei uscire ma non so come fare”. Il bicchiere per liberarsi ballava in modo da far cadere le penne, aveva escogitato questo stratagemma per essere così lasciato in pace. Ma un giorno però questo trucchetto gli costò caro: nel ballare perse l’equilibrio e cadde nella spazzatura, gli ritornò in mente il giorno in cui la sua mamma era caduta ed era morta, così iniziò a gridare e a piangere: “Aiuto, qualcuno mi aiuti!!!” Le penne finite per terra in seguito ai suoi balletti si riunirono per aiutarlo perché avevano capito che dietro al suo atteggiamento c’era qualcosa di triste. Mentre cercavano di capire come fare, fecero al bicchiere molte domande, poi gli raccontarono tante cose di loro. Appena si resero conto che si era tranquillizzato, costruirono un grande ponte, così lungo da farlo uscire dalla spazzatura. Appena uscito, Bicchiere ringraziò, scusandosi per il suo atteggiamento. Aveva capito i suoi errori. Da quel giorno ogni volta che arrivavano nuove penne, non si fermava all’apparenza, ma le conosceva meglio e cercava di farsi nuovi amici. Grazie all’aiuto delle penne, Bicchiere imparò a condividere il suo spazio.