Sofia Dilorenzo, Anna Raguso – Avete mai fatto caso alle differenze tra il mondo di oggi e quello di quando eravamo ancora liberi di uscire, felici e spensierati, senza la paura di contagiarci? Beh, per noi sono forse le parole riportate nell’omelia di Papa Francesco durante la preghiera straordinaria in tempo di epidemia, in Piazza San Pietro.
“Da settimane sembra sia scesa la sera, ma siamo tutti sulla stessa barca” dice infatti per farci riflettere. Forse è vero, è tutto così triste ormai! Le strade sono deserte… Il mondo è in ginocchio. Lui afferma però che solo adesso ci siamo resi conto di quanto sia prezioso vivere ciò che abbiamo vissuto sino a questi tempi, anche se mai ringraziato il Signore, che ci sta comunque aiutando rendendoci più forti… E solo adesso ci siamo resi conto di trovarci nello stesso mare buio e profondo pieno di squali. Non siamo più soli come prima, ma ci sentiamo tutti in un unico cerchio formato dall’intreccio delle nostre mani perché nella stessa cattiva situazione, migliorando forse anche i nostri rapporti. Abbiamo poi constatato che le maschere che indossavamo si sono polverizzate e hanno lasciato spazio alla nostra vera natura, perciò in un certo senso il virus ci ha fatto bene per poi lasciarci maggior tempo anche per noi stessi. La quarantena distrugge, sì, ma a parer nostro ci unisce e ci porta a riflettere. Quando mai è capitato nella vita che vivevamo 1 mese fa? Sappiamo solo che solo con la fede, come ha affermato il papa, riusciremo ad uscire da questa tempesta che ci spazza da un angoo all’altro.