di Rosaria Scaduto – In una lettera a tutti gli studenti, docenti e personale Ata, Lucia Azzolina ,ministro dell’istruzione, riconosce che in questa situazione di grande emergenza, quella della pandemia causata dal COVID-19 , la comunità scolastica si trova in grandi difficoltà. E’ inevitabile dire che tutto ciò che stiamo attraversando non lo dimenticheremo mai e forse un giorno lo potremo raccontare ai nostri figli. Nell’ultimo mese siamo stati costretti a cambiare le nostre abitudini per salvaguardare la sicurezza pubblica. Cos’è il COVID-19 , comunemente chiamato Coronavirus? Si tratta di un virus che ha stravolto le nostre vite. Si manifesta attraverso sintomi quali : febbre, tosse e problemi respiratori. Ciò che preoccupa fortemente tutto il mondo è il suo alto livello di contagio, basta poco infatti per contrarre il virus. I telegiornali e tutti i mezzi di comunicazione ci ricordano di lavare accuratamente le mani, non toccarci naso e bocca e restare a casa. Quest’ultimo consiglio, poi diventato un obbligo, ha fatto sì che sono stati rivalutati dei valori su cui prima non ponevamo molta attenzione, gli affetti familiari, amichevoli, l’importanza delle piccole cose. Nell’ultimo mese abbiamo passato tanto tempo all’interno delle nostre mura domestiche e abbiamo potuto riflettere sui nostri errori, sulle nostre priorità e sui nostri obiettivi. Per arrivare a tutto ciò , però, non è stato affatto facile. Da un giorno all’altro siamo stati privati del diritto alla libertà personale, ritenuto fondamentale, tanto da essere inserito tra i principi fondamentali della nostra Costituzione, il testo più importante della storia repubblicana italiana. Gli adulti sicuramente si sono trovati in serie difficoltà nel momento in cui le scuole sono state chiuse e quindi si sono trovati i loro figli a casa ,24 ore su24, non sapendo come gestirli dato il loro impegno lavorativo. Un periodo complicato che ha generato stress, limitazione delle uscite abituali. Ci è stato chiesto di uscire soltanto in situazioni essenziali , quali fare la spesa , solo una volta a settimana, un solo membro della famiglia, come ci ricordano le auto di polizia che ogni giorno girano nei piccoli paesini con i megafoni. Dunque, se prima fare la spesa con il proprio genitore al di fuori del nostro comune di appartenenza poteva essere uno svago, adesso viene considerata una violazione alle regole. Niente più passeggiate, nessuna uscita è permessa. Se prima, la libertà sembrava essere fondamentale, adesso , siamo noi stessi a voler stare a casa , per salvaguardare il benessere collettivo e proteggere i nostri cari, come i nostri nonni , che potrebbero risultare più deboli fisicamente. Allo stesso tempo, per noi giovani non è stato tutto rose e fiori. E’ iniziato tutto con la chiusura delle scuole, situazione che ci ha reso inizialmente molto fragili. Per noi maturandi e per tutti gli studenti sono stati tanti i dubbi che hanno attraversato la nostra mente. Da, come faremo adesso? Per concludere , come faremo ad avere una preparazione adeguata in vista dell’esame di stato? Ricordo la speranza delle prime settimane, la speranza che tutto presto sarebbe finito, un brutto ricordo da dimenticare. Purtroppo non è stato così, e ciò ha contribuito a farci sentire, spesso, impotenti. Mi chiedevo se i professori si sarebbero convertiti alla didattica a distanza, se non ci avessero lasciati soli in questo cammino, perché, allo stesso tempo, ero sicura che l’anno scolastico sarebbe stato valido e avremmo dovuto affrontare gli esami anche in queste circostanze. Come potevamo fare? Per fortuna, i professori si sono resi disponibili, hanno intuito le nostre difficoltà e ci hanno aiutato. Come afferma il ministro dell’istruzione, queste modalità sembrano produrre effetti positivi. Noi alunni siamo propensi ad apprendere, a non lasciarci trasportare dall’emozione e a continuare ad accrescere le nostre conoscenze. Siamo riconoscenti ai nostri genitori, che ci sostengono nei nostri momenti down, ai docenti , e al personale ATA ( come afferma la ministra Azzolina) che continua a lavorare per rendere efficienti le strutture scolastiche in modo tale che presto potranno sentire quel suono di campanella, che manca a loro, come manca così tanto a noi. Il nostro, quello dei miei compagni, doveva essere l’ultimo anno trai banchi di scuola, un anno scolastico tra i più felici e allo stesso tempo più difficili . Purtroppo, invece, siamo costretti a rimanere lontani dai nostri coetanei , speranzosi del fatto che un giorno potremo recuperare i giorni persi. Non ci siamo arresi, come non si è arresa l’Italia , nonostante i dati statistici giornalieri che ci demoralizzano. Nonostante gli ospedali si trovino in serie difficoltà, i medici , gli infermieri, rischiano la loro vita e quella dei loro familiari per riuscire a salvare il prossimo. I cittadini italiani si sono mostrati sensibili, responsabili e solidali di fronte a ciò che sta succedendo. Siamo tutti uniti in una grande battaglia, con i flash mob e l’inno nazionale che viene cantato dai balconi di casa. L’Italia, è forte, l’Italia ce la farà. Soltanto attraverso il nostro impegno , rispettando le regole , possiamo uscire da quello che sembra un grande “incubo” . Spesso, vivendo, commettiamo un altro errore: camminiamo troppo in fretta, senza gustare né vedere le piccole grandi cose dell’esistenza. Adesso, niente sarà più come prima. Ritorneranno gli abbracci, ritorneranno le strette di mano , riguadagneremo ogni giorno perso.