di Sara Di Benedetto – Un uomo solo, al centro della via, trafitto da un raggio di sole, come nei versi di Quasimodo.
Un’umanità straniata si affretta per le strade di città deserte e silenziose.
Il vuoto.
L’istantanea che resterà impressa di questi tempi difficili.
Papa Francesco, a piedi, lungo Via del Corso. Il suo pellegrinaggio privato fino al crocifisso che fu portato in processione durante la peste del ‘500.
Solo come Li Wenliang, il primo di una schiera di “medici eroi”.
Diede l’allarme, ma non fu creduto. Ha pagato con la vita il suo sacrificio, morto in corsia.
A Madrid, il padiglione di una fiera può diventare un ospedale. Il Palazzo del Ghiaccio, un obitorio.
In fila, come a Prato, per fare la spesa.
Come i camion “carri funebri” di Bergamo. Gli operai in pausa pranzo a Wuhan.
Si chiama “distanziamento sociale”.
E’ il vetro che separa la piccola Mila con il suo papà. Lui entra in contatto con troppe persone al lavoro, lei fa la chemioterapia. Si sono divisi per il suo bene.
Come il nonno nella casa di riposo e la nipote venuta a dirgli: “Mi sposo. Aspettami. Devi esserci quel giorno.”
Distanti ma uniti.
Il mondo si chiude e si affaccia ai balconi.
Intanto, in trincea, medici e infermieri combattono la nostra prima guerra globale.
Ma proprio lì, negli ospedali, la vita continua a sbocciare, a ricordarci che andrà tutto bene.
Anche la scuola è cambiata “ai tempi del Coronavirus”: inizia a primeggiare la Didattica a Distanza, vengono utilizzate le piattaforme della multimedialità più spinta.
Indipendentemente dal valore della valutazione in sé per sé, è essenziale che i docenti non lascino soli i propri alunni, affinché quest’ultimi siano sempre pronti e partecipativi.
L’attività della Didattica a Distanza risulta essere un’attività che non è normata per il mondo della scuola. Quindi, tutto quello che si fa è dato dal senso etico dei professori. Ma è proprio così?
La nostra Dirigente Scolastica risponde: “La Didattica a Distanza è l’alternativa più immediata in un’emergenza. Era un’attività che poteva essere presa come punto di riferimento. E non è che è lasciata all’etica del docente, ma esso può decidere di utilizzarla secondo i criteri ad esso più convenevoli.”
Un docente ed ingegnere manifestava la difficoltà di collegamenti multimediali nella sua famiglia, perché essendo più persone, chi per lavoro, chi per studio, necessitavano di innumerevoli dispositivi elettronici. Consigliava, perciò, ai suoi colleghi docenti di avere più realismo e basso profilo nei confronti della Didattica a Distanza.
La stessa Dirigente Scolastica ha esortato i docenti nel fare attenzione ed ha proposto anche lezioni pomeridiane, ove necessario.
Tutta la componente docente è stata pertanto invitata nel ridurre l’orario curriculare di lezione, con lo scopo di non tenere gli studenti fissi, davanti ad uno schermo, per un tempo superiore alle 3 ore.
È necessario ricordare che non tutte le famiglie hanno queste possibilità. Talvolta, ai tempi difficili che stiamo vivendo, si sommano tutte queste piccole situazioni.
Ne usciremo distrutti, ma ne usciremo.