di Francesca Di Donato e Patrizia Maria Sparagna – 3^C –
La pandemia che stiamo vivendo sta mietendo migliaia e migliaia di vittime, generando malessere e provocando il collasso dell’istituzione sanitaria, nella quale non sono stati investiti,per anni, i fondi adeguati. Bisogna dire che, prima o poi, il fantasma di questo virus passerà,lasciando dietro di sé ingenti perdite di vite umane e recessione in campo economico. Per quest’ultima non esiste e non esisterà vaccino o camera di terapia intensiva che tenga ma, al contrario, ci sarà bisogno di “cure” adeguate e mirate che potranno guarire l’economia in modo tale da non farle subire una ricaduta. Detto ciò, bisogna trovare una soluzione che possa sostenere il peso di quanto sta accadendo e possa ristabilire un equilibrio a sostegno di tutti i cittadini. A questo proposito, gran parte delle zone colpite dalla pandemia stanno lavorando al fine di elaborare una strategia con la quale sedare e allontanare nel minor tempo possibile l’incombente crisi economica. Nel frattempo la popolazione dei lavoratori, in Italia, continua a soffrire… I lavoratori bloccati a casa, da ormai molto tempo, sono circa tre milioni, dei quali 1/3 sono i lavoratori autonomi, mentre gli altri 2/3 quelli dipendenti. Questi ultimi non sono gli unici ad essere in allarme, infatti anche gli altri 3,6 milioni di lavoratori che continuano a lavorare vedono i loro settori a rischio chiusura e dunque iniziano a temere il peggio. Gli effetti di questa inattività cominciano a comportare svariate conseguenze, prima fra tutte la mancanza di liquidità che, unita al bisogno di acquistare beni di prima necessità, genera malcontento diffuso, seguito da accenni (per ora) di ribellioni. Nel Sud-Italia si sono già verificati episodi che hanno visto il rifiuto di pagare la spesa da parte di gruppi di persone all’interno di alcuni supermercati, nonché l’azione sconsiderata di alcuni individui, che,utilizzando account anonimi sui social, incitano al saccheggio e all’assalto degli stessi supermercati. In ogni caso queste agitazioni sono state represse efficacemente dalle forze dell’ordinee, per evitarne la ripetizione , il Governo italiano ha emanato il decreto legge n. 18 del 17 marzo 2020, meglio conosciuto col nome di “Decreto Cura Italia”, con il quale si vogliono aiutare tutti i cittadini e con il quale si spera di far ripartire l’economia. In questo documento sono state inserite delle agevolazioni fiscali e alcuni provvedimenti di sostegno come la cassa integrazione speciale a tutela dei dipendenti delle aziende al momento a casa, il rinvio del pagamento di tasse e contributi per le partite IVA danneggiate dalla crisi, la sospensione dei mutui sulla prima casa. Un’ulteriore misura adottata dal governo è stata quella di sostenere i lavoratori autonomi (artigiani e commercianti), che rientrano in specifici parametri, tramite un’indennità di seicento euro per il mese di marzo, che potranno essere richiesti con apposita domanda da presentarsi presso agli enti di previdenza. Con l’assunzione di questi provvedimenti speriamo di riuscire ad arginare il problema quanto prima… ma quando ne usciremo? Quanto sarà ancora lunga e dolorosa questa quarantena? Riusciremo a superare la crisi che ci attende o affronteremo la recessione? Se questo periodo rappresenta un corso della storia e se è vero che la storia è un susseguirsi di corsi e ricorsi (per citare lo storico Giambattista Vico), quando dal declino ci solleveremo per raggiungere tempi migliori? Sono innumerevoli gli interrogativi e le preoccupazioni che , ogni giorno, ciascuno di noi si pone. Tuttavia solo il tempo, la volontà, il perseguimento di strade virtuose e le scelte giuste e opportune dei nostri politici riusciranno a farci uscire dal tunnel nel modo più indolore possibile.