di Maria Tea Santagiustina Classe 1^ A. – La guerra dei bottoni (La nouvelle guerre des boutons) è il remake dell’omonimo film del 1962, diretto da Christophe Barratier, liberamente ispirato al romanzo di Louis Pergaud. Il film è ambientato nella situazione in cui vigeva durante la seconda guerra mondiale la Francia di Vichy, alcuni mesi prima dello sbarco degli alleati in Normandia.
La trama narra le vicende di un ‘conflitto’ che anni prima era nato tra i ragazzi di Longeverne e quelli di Verlans che erano due villaggi vicini.
In questo film le piccole schermaglie che di solito nascono tra ragazzi si trasformano in vere e proprie guerre, nelle quali i capi dei due eserciti devono escogitare piani e trappole per prevalere sull’altra fazione, rifacendosi così alla realtà della guerra che li circonda.
I ragazzi di Verlans si battono con spade di legno, mentre i ragazzi di Longeverne usano invece bastoni sempre di legno.
Per umiliare i ragazzi avversari che sono tenuti in ostaggio, vengono tolti dai loro vestiti e dalle loro scarpe tutti i lacci e i bottoni.
Da questo piccolo avvenimento, il bambino più piccolo dei ragazzi di Verlans, chiamato da tutti Petit Bibus, dichiara che questa guerra verrà ‘battezzata’ con il nome di “guerra dei bottoni”.
I ragazzi saranno accompagnati nelle loro battaglie dal maestro, che durante una gita scolastica farà capire ai ragazzi che bisogna battersi in modo leale, senza utilizzare tradimenti.
Intanto Simon, interpretata da Letitia Casta, ritorna al villaggio di Verlans dopo molti anni passati a Parigi, ed incomincia a lavorare in una boutique di vestiti insieme a una ragazzina, che dice essere sua nipote, di nome Violette, ma che in seguito si scoprirà essere ebrea.
Alla nuova arrivata tutti ben presto si affezionano, e in particolar modo Lebrac che l’aiuterà, insieme al maestro, a farla scappare dai Nazisti che cercano di catturarla ma senza riuscirci.
La scena finale del film probabilmente commuoverà tutti gli spettatori che, per questa parte realizzata in maniera realistica, capiranno l’importanza della famiglia e della parola “uniti”.
Il film è un insieme di emozioni, che proiettano lo spettatore nel mondo di quei ragazzi, al quale molti non danno più importanza!
Per concludere un consiglio: se mai avrete la possibilità di vederlo mi auguro che vi piaccia e che possiate identificarvi nella mia recensione. Al prossimo articolo!