Roberta Di Marzio e Nicolas FerriVB SIA
#io resto a casa. Sul web questo hastag ha spopolato. Non è un hastag qualunque ma un messaggio forte e chiaro che arriva alla nostra intelligenza e al nostro cuore imponendoci un limite che tutti dobbiamo rispettare. Per noi, per la nostra famiglia e per i nostri amici.
Ci è stato tolto tanto in pochi giorni, in poche ore.
Sono state chiuse le chiese, i locali e quasi tutti gli esercizi commerciali. E fin qui…. ma sono state chiuse le scuole. Tutte. Senza eccezioni, in tutto il territorio italiano (e in buona parte di quello europeo). E’ traumatico e destabilizzante per tutti i ragazzi ma cosa vuol dire per quelli che frequentano il quinto anno? Significa che hanno vissuto “un anno a metà” Ora passano le mattinate davanti a un computer, ascoltano spiegazioni e correggono esercizi insieme a professori e compagni ma con la consapevolezza di essere soli, circondati da una stanza vuota e non dai compagni di classe con cui hanno trascorso gli ultimi cinque anni.
Non c’è più la chiacchiera con il compagno di banco, la ricreazione ricca di momenti indimenticabili. Nonostante le videolezioni rendano meno evidente questa lontananza, tutto è diventato più formale. Alcuni ragazzi potrebbero, dopo questo lungo periodo, essere meno motivati in quanto i loro ritmi di studio sono stati stravolti.
Tutti i progetti che sognavano i ragazzi sono stati cancellati. Cosa ne sarà della tanto attesa gita dell’ultimo anno? O dei 100 giorni prima della maturità? Non sarà possibile realizzarli. Quella che poteva essere una conclusione memorabile sarà solamente la fine di un percorso di studio. Per tutelare la nostra salute e quella degli altri potremmo restare chiusi in casa altro tempo. Non ci sono scuse, nessuno dei sotterfugi usati in tempi normali con mamma e papà. Ma questo è quello che dobbiamo fare, senza se e senza ma. E’ vero, ci sono tante persone che ignorano la gravità della situazione ma è altrettanto vero che tante altre cercano di diffondere un messaggio positivo, forte, inequivocabile ad esempio tramite la campagna“#iorestoacasa”. Anche il nostro istituto con i propri mezzi ha cercato di lanciare tale messaggio, con una piccola variazione all’hastag.