di Antonio FattorussoSSPG Cara Professoressa Stanzione,
negli ultimi giorni ho scoperto una cosa, un tesoro unico nel suo genere, non parlo di oro o gioielli, ma un qualcosa di astratto che si chiama normalità, libertà, quello che non abbiamo in quest’ultimo periodo. Infatti ,sono chiuso in casa come molti altri per cercare di riavere la mia vita. Ma ho poco da fare, le mie abitudini sono cambiate di molto, non esco, non vedo amici, parenti e tante altre cose, l’unica cosa bella è’ che sto’ trascorrendo molto più’ tempo con i miei genitori, prima erano presi sempre da tanti impegni a tal punto da non riuscire a condividere qualche piccolo momento con me durante la giornata. In fondo è strano, prima eravamo liberi e non lo sapevamo, ma ora un mostro ci ha portato via la libertà e per riaverla dobbiamo diventare cani in gabbia ai quali non è permesso uscire pur di non essere attaccati da un forte virus. Ora nelle mie giornate c’è una differenza, prima vivevo ogni giorno con felicità’, perché sapevo cosa fare e ciò’ che facevo mi divertiva, adesso trascorro le giornate cercando di distrarmi col telefono o con i compiti, insomma cerco di evitare ogni giorno, purché’ la normalità’ torni presto. Adesso il genere umano vive con la paura, paura per un familiare, paura per se stessi, e se domani mi svegliassi scoprendo che un mio coetaneo è in ospedale, un mio familiare sta male, io che dovrei fare…., il mio scudo di sicurezze è crollato e mi rimane solo la speranza. Ora crollo in lacrime quando ascolto le notizie, pensando a tutte le persone che lottano per la vita, e sono arrabbiato perché’ siamo noi a subire le conseguenze di noi stessi, siamo sempre noi a non fare la nostra parte per curare il problema e siamo sempre noi che ci stiamo facendo sconfiggere per colpa delle nostre debolezze. Non abbiamo sempre governato il mondo? non siamo sempre noi che con le nostre innumerevoli invenzioni abbiamo governato? Ora un piccolo problema ha rivoluzionato l’idea di sicurezza? Ecco io mi pongo queste domande e rifletto perché’ pensavo che grazie al progresso tecnologico sia nella medicina che nell’informatica si potesse sconfiggere questo virus, ma non soltanto a livello nazionale ma anche mondiale e nel più’ breve tempo possibile senza creare tutti questi danni, tutte queste persone morte. Come faremo a dire in futuro “NOI SIAMO AL SICURO”, quando queste sicurezze che io avevo sono state abbattute con così’ grande facilità’. Spero che questo enigma venga risolto e mi auguro di riavere la normalità’ di prima anche se questo sarà’ difficile.
Saluti Antonio Fattorusso.
immagini dal web