di Chiara Gaglianello, Miriam Ferrara, Giada Pranzo, Giorgia Monteferro, Marianna Novelli, Anna Dalia De Rinaldis –
Il 21 marzo si celebra in tutto il mondo il World Down Syndrome Day, WDSD, Giornata Mondiale delle Persone con Sindrome di Down. Come si sa, questa sindrome, detta anche trisomia 21, è una condizione cromosomica causata dalla presenza di una terza copia del cromosoma 21.
Una recente ricerca, fatta da una classe terza della nostra scuola, ha definito le dieci cose che ogni persona con sindrome di Down vorrebbe fossero note a tutti: 1. Down non vuole dire giù; 2. Prima di tutto persone; 3. Non siamo tutti uguali; 4. Siamo più lenti, ma impariamo; 5. Ridiamo, piangiamo, siamo felici e ci arrabbiamo; 6. Diventare autonomi si può; 7. Anche noi diventiamo grandi; 8. Anche noi ci innamoriamo; 9. Sappiamo di essere persone con la SD; 10. Vogliamo andare a vivere da soli. E poi ci sono i comportamenti e le attenzioni che anche voi potreste adottare per migliorare la vita delle persone down. Aiutarli ad aprirsi con gli altri, non escluderli, non farli sentire diversi, renderli partecipi delle varie iniziative sociali, garantire il loro diritto all’inclusione sia a scuola che nella società. Guidati più dal cuore che dalla testa, hanno una grande sensibilità empatica, sono ragazzi dal cuore “spontaneo”, di umore mutevole, attenzione labile, spiccata emotività. Chi ha la sindrome di down manifesta in modo esplicito le proprie emozioni. Anche le loro azioni sono espresse in modo esplicito (piangere, ridere, scherzare). Si ha, inoltre, quando si è bambini, un grande senso di attaccamento verso la madre.
“Di sicuro- afferma la traccia della ricerca- quando si incrocia con lo sguardo il sorriso di una persona con sindrome di Down, o si ha a che fare con i suoi gesti affettuosi, la definizione scientifica passa decisamente in secondo piano”. Infatti tutte queste sono parole giuste, di spessore scientifico, ma conoscere Georgia, alunna della classe 2^A, vuol dire toccare con mano e vivere la quotidianità accanto ad una compagna con questa sindrome. Il magico mondo di Georgia è difficile da descrivere in poche righe. E’con lei che spesso torna in classe il buon umore, la voglia di stare insieme e di sorridere, così come è con lei che si scatenano fulmini e tuoni. Georgia ogni mattina saluta tutti i compagni, si toglie il suo giubbotto e lo appende all’attaccapanni, si siede al suo banco e inizia la giornata scolastica. Giornate tutte da vivere, tutte da scoprire. La distinguono la caparbietà, la ribellione e l’amore contagioso che dona agli altri.
In questi giorni di rigoroso #iorestoacasa il suo diario di bordo riporta queste parole: “9 marzo 2020: Oggi ho visto un video che spiega come fare a non prendere il raffreddore e l’influenza, per questo non si può andare a scuola e studio a casa”. Questa è Georgia, un distillato di dolcezza e testardaggine e ogni giorno ci insegna qualcosa. Questa è Georgia, che per esorcizzare la paura inventa una favola, in cui non c’è nessun CoronaVirus, ma la corona è sulla testa di una regina e di un re.