//Il novello Decameron della Maiuri 6

Il novello Decameron della Maiuri 6

di | 2020-03-15T16:20:48+01:00 15-3-2020 16:20|Alboscuole|0 Commenti
-di Giordano Magliocca ID-Novellando all’epoca del covid-19 Stavo scappando via da Venezia insieme a nove amici per sfuggire alla peste nera. Fortunatamente, la mia macchina del tempo è portatile, e dato che è un’invenzione molto importante, non potevo lasciarla in città poiché sarebbe stata distrutta o rubata da qualcuno. Avevo intenzione di scappare con questa macchina, forse nel futuro per poter vedere come sarà il mondo, dato che sono molto curioso. Oh, non mi sono ancora presentato: il mio nome è Giordlix e vengo soprannominato “l’inventore imbranato”, perché pur essendo un inventore, con le cose manuali non sono sempre bravissimo. Davanti a noi c’era un bosco, non troppo minaccioso all’apparenza, probabilmente ci saremo fermati lì per un po’ per riposarci, dato che avevamo camminato molto. Abbiamo iniziato a raccontarci delle storie e poi a mangiare piccola parte delle provviste in modo che non finissero immediatamente, anche se abbondavano. Dopo qualche minuto abbiamo ricominciato a camminare e non ci siamo più fermati fino a quando è iniziato a calare il buio. Eravamo stanchi e così abbiamo cenato e subito dopo siamo andati a dormire. Ed è qui che entra in gioco il mio piano: tutti dormivano, era buio pesto, infatti sono inciampato su uno dei miei amici che dormiva a pancia scoperta e russava come un trattore. Fortunatamente, con la mia macchina del tempo, sono riuscito ad andare in un’altra epoca prima che lui mi vedesse. Ho trascorso abbastanza tempo nello spazio temporale, ma ignoravo in quale epoca stessi andando. Quando questo viaggio finalmente finì, ritrovai davanti ai miei occhi un mondo totalmente diverso da quello in cui vivevo. Prima di tutto era pieno di schermi ovunque, anche portatili, successivamente ho visto un posto in cui dei tizi guardavano uno schermo molto grande all’interno del quale c’erano delle persone piccole piccole che prendevano a calci una povera palla. Per strada c’erano molte persone che mangiavano dei panini con dei piccoli tronchetti all’interno. Ne trovai una che mangiava questo panino e che aveva uno di quei piccoli schermi portatili. Così mi avvicinai a lui e gli rubai ciò che aveva in mano e scappai, da inventore dovevo capire cosa fosse quel marchingegno luminoso! Lui allora mi urlò contro: “Hey, tu ridammi il mio telefono ed il mio hot dog!”, wow, a quanto pare devono essere importanti pensai tra me e me! Scappavo scappavo fino a quando trovai un nascondiglio. Mi rifugiai lì e, visto che lo avevo seminato, lui non mi trovò. Mentre ero nascosto volevo dare un morso al panino col tronchetto, sapevo che me ne sarei pentito perché i tronchi sono duri ed ero sicuro che mi sarei rotto un dente e trovavo strano il fatto che lui mangiasse questo coso. Diedi un  morso e mi accorsi che in realtà mi sbagliavo: era morbido e buonissimo! Anche se avrei voluto, non l’ho mangiato tutto perché volevo farlo vedere ai miei amici. Me ne andai dal mio nascondiglio e notai che tante persone avevano sul volto una specie di mascherina. Che strano questo mondo! Mi fermai vicino a una sala da pranzo molto grande con un’insegna con su scritto “BAR”. Mi affacciai e vidi che all’interno c’era uno di quei grandi schermi, però spento. Poi un signore, sempre con la mascherina, chiese ad un altro signore: “Mi scusi, posso accendere la televisione?” e il signore rispose: ”Certo!”. Poi prese una specie di coso lungo bianco con dei tasti e disse: ”E’ questo il telecomando giusto?” e l’altro annuì. Quindi da quel che ho capito da questa loro conversazione è che quello schermo di nome televisione si accende quando uno tocca un tasto di quell’aggeggio di nome telecomando. Nella televisione c’era una signora che parlava di un virus che, a quanto avessi capito, era simile alla peste nera da cui stavo scappando e che si chiamava Coronavirus ed era il motivo per cui le persone portano le mascherine sul viso. Le mascherine erano protezioni per non entrare in contatto con il virus che sembrava essere molto pericoloso. Quando ebbi tutte questi informazioni, decisi di andarmene perché pensavo che i miei amici a quell’ora mi stessero cercando. Arrivato da loro raccontai tutto ciò che avevo scoperto di quel mondo lontano, e inoltre ho fatto assaggiare loro l’hot dog e fatto provare quel telefono. Loro trovarono tutto quello che raccontai impressionante e si dispiacquero per quello che stavano vivendo quelle persone che avrebbero dovuto essere la nuova generazione, ma chissà di quale anno. Uno dei miei compagni di avventura si chiedeva come me in quale anno fossi “volato” e così controllai nella cronologia per poterlo scoprire. A quanto pare quello era l’anno 2020, wow, era molto lontano! Dopo aver riflettuto sull’accaduto, decidemmo che avremmo fatto di tutto per trovare la cura per ciò che stesse accadendo lì perché se non ci fosse stato più un futuro non ci sarebbe stato nemmeno il nostro presente. Fortunatamente uno dei miei amici era uno scienziato che ci avrebbe aiutato a trovare l’antidoto e ci aveva assicurato che ci  avrebbe provato finché non ci sarebbe riuscito, ma, purtroppo, non poteva dirci gli elementi perché erano segreti. Per trovare la cura ci mise delle settimane, ma la sua idea di tenere gli elementi segreti rimase salda. Quando abbiamo avuto la cura ci siamo chiesti a quante persone potesse servire perché desideravamo aiutare tutti coloro che ne avessero avuto bisogno così, attraverso il cellulare che mi ero portato via dall’altro “mondo” abbiamo scoperto che le persone da aiutare erano ben sette miliardi! Quindi ci siamo messi subito a lavoro e, dopo dei mesi, siamo riusciti a produrre la cura necessaria per tutti. Con  la mia macchina del tempo siamo ritornati nel 2020 e ci siamo presentati alla gente comunicando loro che avevamo la cura per il Coronavirus e che l’avremmo consegnata a tutti coloro che ne avessero avuto bisogno affinché il virus potesse essere sconfitto. Prima di tornare nel nostra epoca mi sono messo alla ricerca del signore a cui avevo sottratto il cellulare e, riuscito nel mio intento, non potevamo fare altro che scappare indietro nel tempo per combattere la peste da cui eravamo fuggiti. Se eravamo riusciti a salvare il futuro avremmo potuto anche salvare il passato!