Siamo a Napoli, nella notte tra il 29 febbraio e il 1 marzo, una tentata rapina finisce tragicamente. Protagonista di questo gesto è il 15enne Ugo Russo insieme ad un suo complice 17enne. Oggetto della rapina sono un carabiniere di 23 anni, napoletano che presta servizio in provincia di Bologna, e la sua fidanzata. I due rapinatori si avvicinano alla Mercedes del carabiniere, puntando una copia perfetta di una semi-automatica priva di tappo rosso alla tempia del 23enne per rubargli il Rolex che aveva sul polso. Il carabiniere (fuori servizio e in abiti civili) però, oltre alla Mercedes e al Rolex con sé, ha anche la pistola di ordinanza che userà, dopo essersi qualificato, esplodendo tre colpi. Due vanno a segno e colpiscono il giovanissimo rapinatore al torace e alla testa, Alle 2,30 di notte quest’ultimo morirà per le gravi ferite riportate. Un bilancio disastroso, un 15enne morto, un carabiniere indagato per omicidio volontario e il 17enne complice arrestato e accusato di tentata rapina, tre famiglie distrutte. Si rimane interdetti di fronte a episodi del genere. Personalmente non mi sento di prendere né le parti del 15enne, purtroppo morto, né le parti del carabiniere. Ma ciò che ha commesso Ugo è assolutamente un gesto sbagliato e da condannare. Come condanno decisamente la devastazione,avvenuta sotto al Pronto Soccorso, da parti di parenti ed amici dopo la notizia del decesso del ragazzo. Così pure condanno gli spari alla caserma di Pastrengo mentre veniva interrogato l’altro rapinatore, il 17enne. Credo che la morte di Ugo rappresenti un fallimento da parte di tutti, famiglia, istituzioni e chi più ne ha più ne metta, nessuno escluso. Credo che nei quartieri a rischio manchino le strutture educative, delle associazioni che prendono i ragazzi che non frequentano più la scuola e li aiutino ad imboccare una strada giusta, come può essere quella di un lavoro regolare. A tal proposito mi ha colpito ciò che ha scritto Massimo Gramellini “I nemici di Ugo” sul Corriere della sera: “Ugo non era un passante. Era il prodotto inesorabile di un ambiente che trova normale devastare un pronto soccorso e sparare contro una caserma dei carabinieri. E lo trova normale perché dopo decenni di convegni e serie televisive considera ancora quella caserma e quel pronto soccorso i palazzi del nemico.” Credo non ci sia qualcosa di più significativo di ciò che ha scritto Gramellini, che secondo me rappresenta in pieno il succo e le conseguenze di questa vicenda e in quali ambienti possano vivere persone che commettono azioni sbagliate, come questa che ha commesso Ugo, che purtroppo ha pagato a caro prezzo.
DOMENICO IODICE (4^ C)